“L’inferno alle spalle” di Lady P
…eccoci.
A sfiorare gli sguardi
Con occhi adornati di artigli
A dipingere carezze nell’aria
Da strapparci la pelle
A tentennare l’olfatto impaurito
Da contatti scordati e riapparsi
..eccoci
vicinissimi su diverse galassie
a tremare di paura
che poi chi lo sa che proviamo davvero
dopo milioni di anni
scongelati da ghiacciai quasi eterni
a scendere su pareti impervie
con quella fiaccola appesa ai ricordi
eccomi
ti aspettavo dalla vita scorsa
ho sognato miliardi di sogni convulsi
ho odiato qualsivoglia risveglio
ho devastato distrutto le voglie
per rimanere cristallo lucente
…eccoti
imbarazzato dall’aria silente
dagli ostacoli evaporati
in mille bollicine stremate
che lasciano uno strano stordimento
da non sapere come muovere le mani
eccoci…
o forse no
allontanati e riuniti da un’attesa
finita e infinita
mille miglia di corsa affannata
separati da un sollievo impaurito
a non avere il coraggio di un sogno
troppo bello per consumarlo
come una bibita fresca
troppo grande per affrontarlo…
così, come non fosse nulla
l’aria è sospesa
difficile
chi fa il primo passo
chi si avvicina per primo
chi mostra i propri brividi violenti
come un terremoto
come un mare arrabbiato
come un’onda anomala
che ci risucchia nel fondo
chi si scopre
chi annienta la distanza
dopo un secolo
di parole solitarie
gridate in due
lentissimamente
muovo un piccolo passo
piede di fata
in un limbo sospeso
l’aroma di te
si fa più vicina
e più intensa
è un vento di fiori inventati
che freme la pelle
quasi mi scotto al calore
di un passo più oltre
..eccoci
appesi a quel filo sottile
su cui divaghiamo
passeggiando funamboli
paura di restare delusi
e vanificare un’attesa importante
almeno quanto la vita
nel ventre
una fiaccola accesa
da milioni di secoli
e braci sul fondo degli occhi
passione
ghiacciata dal mai
e risorta in un forse
dal dubbio di cosa rimane
di un sogno ingoiato dal tempo
da polveri troppo deposte
da ceneri pietrificate
chissà se sarà poi lo stesso
se ci emozioniamo di nuovo
o se avranno vinto i tiranni
che ci hanno strappato da noi
in quel giorno bastardo
…eccoci
un altro piccolo passo
e forse possiamo tentare
con l’inferno alle spalle
e i pori come calamite
se abbiamo coraggio
possiamo strappare quel filo
un intimo fulmine denso
ci abbraccia legato da nastri di seta ribelle
se abbiamo fortuna
possiamo inventare ricami
da un rattoppo inventato
di sbarre di abusi di bestie
se abbiamo la forza
torneremo a toccarci i pensieri
districandoli dalle macerie
di un castello infernale
costruito da belve feroci
si…
eccoci
pregiati diamanti
insozzati
sbriciolati dal vuoto
e riapparsi
affogati nel fango
e riemersi
nell’aria uno schianto di vita
divora l’attesa passata
e siamo già un’unica cosa
un unico grido
di cose di voci di mani
di soffici risa scordate
di guanti di raso piegati
di folli nottate in un secolo fa
L’inferno alle spalle…sono le parole giuste… ma se è dietro e si guarda avanti c’è un orizzonte che aspetta e che accoglie
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Ale 🙂
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Bellissima, sensuale, da brividi……
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concordo 🙂
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