Kastanka – Каштанка al Teatro La Fonte di Bagno a Ripoli, recensione di Daniela Domenici

kastanka

Chi, come me, ha amato, e ancora ama, Peter Pan e il Piccolo Principe, chi coltiva il proprio animo bambino, chi ama il circo inteso come spettacolo di abilità varie, chi non si vergogna di commuoversi per la gioia delle emozioni provate allora sarebbe dovuta/o venire con me oggi pomeriggio al teatro La Fonte di Bagno a Ripoli per lasciarsi ammaliare dalla fiaba circense di Anton Cechov “Kastanka” rivisitata dalla regista russa, ormai fiorentina da anni, Olga Melnik che è anche l’autrice degli originalissimi costumi, della splendida scenografia e delle musiche.

Olga Melnik dirige, da vent’anni, il Centro di Teatro Internazionale e per festeggiare questo ventennale ha scelto di mettere in scena solo opere di autori russi per mostrare “l’anima russa”,     русская душа                      , e quindi dopo la fiaba di Cechov sarà la volta, di “Zio Vanja”, sempre di Cechov, di “Strega” ancora di Cechov, di “Prospettiva Nevskij” di Gogol, di “Le notti bianche” di Dostoevskij, di “La preghiera commemorativa” di G. Gorin.

La regista russa si avvale, da anni, di un cast di attrici e attori davvero bravi, molto professionali che sono in perfetta sintonia con lei e per questo danno il meglio di ognuno di loro come oggi pomeriggio nella fiaba cechoviana “Kastanka” e come in moltissime altre occasioni, empatia che ha permesso all’ensemble di vincere molti premi e ricevere riconoscimenti in Italia e all’estero.

Ognuno di loro ha, nella fiaba, più di un ruolo eccetto Lucia Callisto che fa la cagnolina Kastanka quindi li elencherò col solo nome e cognome ma sappiate che sono stati formidabili anche in nella velocità dei cambi d’abito e di trucco. Eccoli: Vasco Bonechi,  Tiziana Fusco, Fabio Deriu, Valentina Schiavi, Paolo Ignesti, Gianluca D’Indico, Larthia Galli Nannini, Leonardo Becucci, Gianni Monini, un applauso collettivo e un “bravi” di vero cuore.

La trama della fiaba dalle note di regia: “Kastanka è una cagnolina assolutamente non di razza che un giorno si perde; comincia così una nuova vita insieme al suo nuovo padrone, un illusionista-addestratore, e a tre bizzarri animali che vivono con lui, un gatto, un maiale e un’oca. Il destino di Kastanka è segnato: sarà introdotta, suo malgrado, nel magico mondo del circo, fino a quando ritroverà i suoi vecchi padroni e la sua casa che sa “di trucioli, di vernice e di colla”. La trama di questa favola di fine ‘800 è molto semplice ma i temi dello spettacolo sono universali quali la vita, la morte, la fedeltà, la solitudine in una dimensione di sogno in cui realtà e fantasia si mescolano, prendono forma e si tingono dei colori del circo, palcoscenico dell’esistenza.

Grazie, Olga, per averci fatto sognare; ci rivediamo a metà novembre con “Zio Vanja”