Daniela e la concordanza temporale e non solo…di Daniela Domenici

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Ho appena finito di leggere un libro che è stato tra i finalisti al premio Campiello 2012, non un premio qualunque.

Devo dire che oggettivamente la storia narrata ha un suo fascino, l’argomento mi tange molto da vicino, non per niente l’ho divorato in pochissime ore e quindi si comprende perché sia piaciuto a tal punto da entrare nella ristretta rosa finale.

Il suddetto libro è stato pubblicato da una delle più grandi e celebri case editrici italiane e l’autrice, leggo in quarta di copertina, non solo ha già scritto e pubblicato un altro libro che è stato tradotto in varie lingue europee ma è anche una sceneggiatrice; se ne dovrebbe quindi dedurre che la suddetta casa editrice abbia un correttore di bozze ed editor prima della pubblicazione e che la suddetta scrittrice abbia una certa padronanza della corretta lingua italiana.

Ma non è così, purtroppo, perché nonostante la trama appassionante e originale, onore al merito, alcuni errori, sempre gli stessi, sono disseminati per tutte le 235 pagine del libro che, ripeto, ho letto con vero piacere. E guarda caso il più frequente è la TOTALE, COMPLETA assenza del trapassato NECESSARIO, come ci hanno spiegato a scuola, quando in una proposizione ci sono azioni avvenute in tempi diversi: tutti i predicati verbali sono al PASSATO REMOTO!!! Povera concordanza temporale, dove sei finita?

E come conseguenza diretta di questo errore l’autrice, ma non solo lei, purtroppo, erra nell’uso, ignorandone la differenza, di “fa” e “prima”. Vi faccio un esempio banale per chiarire: si dice “è successo tanti anni fa” ma si DEVE dire “mi disse che era successo tanti anni prima” in cui si nota sia la necessità OBBLIGATORIA del trapassato dopo un passato remoto che quella della parola “prima” invece di “fa”, sono stata abbastanza chiara?

Stessa cosa per “qui” e “lì”: se dico “vieni qui” poi dovrò dire “mi ha detto di andare lì”, anche questo errore come quello precedente è frequentissimo in tutta l’opera, purtroppo.

So di essere una correttrice di bozze ed editor pidocchiosamente pedante ma mi fa stare fisicamente male vedere la nostra bella lingua italiana “devastata” in questo modo nonostante abbia apprezzato la storia letta.