“Travestimenti” di Beatrice Bausi Busi

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Oggi è proprio una bella giornata

fredda ma pien di sole

e non mi va di pensare all’insalata

o per la cena a quel che ci vuole!

Voglio fantasticare, immaginando

quanti

amici o conoscenti potrei mascherare

se acconsentissero, come l’avessi avanti

e che costume potrei fargli

indossare.

Per prima, ovvio, a me stessa sto

pensando

e – data l’attuale stazza

grassottella –

credo già qualcuno stia gustando

l’idea che mi travesta da soda

mortadella.

Ma…. uhm… povero illuso senza acume:

non mi si attaglia, no, non è il mio

caso!

Va bene l’ironia ma il bel salume

non ha certo il mio fin “prender pel

naso”

il Mondo, gli altri, anche la sottoscritta!

Certo, è di Firenze connotazione indiscussa.

Ma dato che della testarda e invitta

mia città son fiera figlia e qui da

sempre ogn’Arte bussa

– luogo accogliente ma d’orgoglioso

cipiglio,

da ogni problema risorge e io ne

son felice –

…sarebbe consono che vestissi il

Rosso Giglio

o anche il piumaggio d’una forte

fenice!

Molti oggi indosseranno abiti cupi,

tetri, spaventosi

vedrete schiere di fantasmi, e dei vampiri

a frotte.

Io pegli amici vorrei vestiti semplici,

di scherzo, non boriosi:

birilli per i magri, palle colorate a

spicchi od una botte…

per chi sa ridere e scherzarci su

come in un gioco

personaggi di trastulli o fiabe, non

per forza di tragedia.

Che tu sia ossuto o sovrappeso un

poco

in fondo comprendi quanto la Vita sia

commedia

e per un giorno puoi essere Mito, ma

anche positivo.

Da sempre esistono le

contrapposizioni,

già molti sceglieranno i panni del

truce e del cattivo…

Io per nascita in mezzo a lor vivo,

ma evito fazioni

cerco d’alleggerire e non la

pesantezza,

di comporre i contrasti anche se i

confronti accetto

e il conciliare, porger negli animi

la consapevolezza.

Amo salir più che agl’inferi la

scesa, l’ammetto.

Per cui dall’imbrunire di questo

finale ottobrino

mi piacerebbe d’esser circondata

da gente lieta: mangiar ballotte con

un bicchier di vino

senza trovarmi  la mente ossessionata

da immagini orride, cimiteriali, truculente.

C’è il quotidiano  – ohimè – che non perdona

e non da scampo nel ricordarci

immancabilmente

quanto una parte del viver non sia

buona…

Prendiamoci un poco in giro stasera,

anche senza far baldoria

possiamo privi di  tremor e pianti

usare in modo dolce la memoria:

soli o con altri, sereni su, ch’è la

vigilia d’Ognissanti! — BBB – 31 ottobre A. D. 2014