“Una notte su mille”, racconto di Lady P

lady p

Frugavo nelle tasche alla ricerca di qualcosa, probabilmente solo del motivo per cui mi trovavo lì.

Qualcuno mi aveva lavata massaggiata vestita e mi sentivo alice nel paese delle meraviglie ma non era così. Era tutt’altro che così, e lo stordimento languido degli olii e dei massaggi rilasciava i suoi echi lasciandomi ancora stordita, e inebriata.

Volevo svegliarmi da questo torpore? Probabilmente no, come al mattino intravendendo la luce dalle palpebre appena socchiuse a dire ancora un attimo, ho un sogno da finire.

Ma quella non era l’alba, né una sveglia impietosa… era una storia assurda in cui mi ero invischiata senza nemmeno sapere perché. Probabilmente lo avrei capito durante quello strano percorso, quindi era al momento inutile stroppiciiarsi la testa.

 

L’unica.

Avevo sempre voluto e preteso di essere l’unica per un uomo. Qualsivoglia uomo, anche se mi interessava poco… e ora?

Mi ero gettata in una giungla di belve affamate in fila per un po’ di cibo, non sapendo nemmeno quale sapore avrebbe avuto… così, alla cieca, per una sfida una scommessa una stupida follia nata da un caso. Come sempre accade, peraltro.

Non ricordo nemmeno chi mi aveva parlato di questo, pensavo immaginavo che esistesse solamente nelle favole che leggevo da bambina… quei libri grandi e illustrati a colori, i classici regali della zia, fiabe russe, scandinave orientali… le mille e una notte, i sultani… l’harem.

 

 

 

 

 

Allora non potevo capire, non potevo lontanamente immaginare cosa fosse un harem, era solo un’altra parola strana da imparare, ma quando avevo sentito parlare di questo come un miraggio mi erano tornati alla mente quei racconti di bimba. Chissà, forse è stato per questo, un tuffo nella fanciullezza con gli occhi da “grande”, un flashback al contrario che da una novella si stava trasformando in un incubo. O forse in una favola, chissà.

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 Un poco alla volta gli effluvi degli olii stanno evaporando dalla mia pelle, realizzo di essere avvolta da seta e lustrini, profumo nei capelli come riccioli di sole e pizzo, tanto pizzo e raso ad avvolgermi dalla vita fino alle caviglie, quasi a riprodurre o celare una sirena nel preludio dei suoi canti ammaliatori.

Tante. Siamo tante, tutte cangianti di colori vivaci e tutte ai lati di una sala principesca, è una girandola variopinta e quasi immobile se non fosse per i battiti violenti dei nostri cuori, dei nostri sensi a tremare nelle pieghe dell’impazienza.

Decine di occhi sgranati e fissi nello stesso punto ad aspettare l’arrivo del famoso sultano.

No, non è per lui che sono qui, non l’ho mai visto e nemmeno avrebbe poi questa importanza, potrebbe essere bellissimo o insignificante, alto o basso, intrigante o banale.

Non importa.

Deve scegliere, questo importa.

E deve scegliere me.

Perché il bello di essere una delle tante è che tra le tante può scegliermi.

Scegliermi… sentire schizzi d’invidia tracimare dagli occhi di tutte avviandosi lentamente verso il giaciglio a fianco del sultano, l’apoteosi del potere, del piacere, l’orgasmo più travolgente che la mente di una donna possa avere.

Inutile dire io no… è così dall’inizio del mondo. Per tutte.

 

Eccolo.

Lo annuncia una musica strana, tintinnante, quasi ipnotica e forse questo è davvero il suo scopo, respiro ansia nell’aria e mi guardo intorno quasi senza vedere.

Occhi, luminosi e brillanti, labbra rosse e profumo intenso di sesso. Questo è.

Tutte in questa stanza vogliono la stessa cosa che voglio io, anche se probabimente non per lo stesso motivo.

Ma eccolo.

Vestito di broccati, esattamente come da copione, solo i contorni delle spalle si intravedono, il viso è velato lasciando scoperti solo gli occhi, e quelle lunghe ciglia che incantano qualunque femmina stia aspettando qua fuori.

Null’altro, solo l’olfatto a guidare e un impulso forte, sicuramente quello più importante, da sempre nenia di ogni femmina del mondo: vincere.

Sono qui per vincere, ora lo so .

Quello che i veli nascondono agli occhi è percepito dai pori, sicuramente è bello, certamente potente, probabilmente un amante regale ma non è questo che importa , adesso.

Passa di qua, fermati e sceglimi.

Fammi vedere gli sguardi delusi di donne bellissime.

Esplodimi negli occhi, e nella pelle… e domani dimmi che sono la preferita.

Poi passa oltre, se vuoi.

Regalami le mille e una notte. Io ti darò una notte su mille.

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