accadde…oggi: nel 1765 nasce Claire Lacombe

Claire Lacombe (Pamiers, 4 marzo 1765 – dopo il 1798) è stata una rivoluzionaria e attrice teatrale francese, una delle prime attiviste femministe repubblicane durante la Rivoluzione.

Claire Lacombe nacque a Pamiers. L’atto di battesimo la indica come figlia legittima dei suoi genitori. Suo padre era Bertrand Lacombe, un commerciante, sposato, e quindi non era figlia naturale di due attori, come sostenuto da Alphonse de Lamartine.[2] Sappiamo che Claire Lacombe era una donna avvenente, come dichiarò il montagnardo Pierre-René Choudieu, parlando del suo ruolo nella Rivoluzione: “Mademoiselle Lacombe non aveva altro merito che un bell’aspetto. Ha rappresentato la “dea della libertà” nelle nostre feste. Aveva, come M.elle Theroigne, una grande influenza nei gruppi. Non possedeva delle brillanti qualità, ma i suoi modi erano adatti alle masse.”[

Prima della rivoluzione era un’attrice, non senza un certo successo, a Marsiglia e Lione. Nel 1792 si trasferì a Parigi dove frequentò il Club dei Cordiglieri (il cui principale rappresentante all’epoca era Jean-Paul Marat, avversario implacabile dei monarchici e dei moderati come i girondini), ottenendo un riconoscimento detto “corona civica” per aver partecipato all’assalto delle Tuileries, con un battaglione di “federati” (i volontari marsigliesi), il 10 agosto 1792.[4] L’inverno successivo si avvicinò agli Enragés (“Arrabbiati”), il gruppo radicale proto-socialista guidato dal prete costituzionale Jacques Roux e vicino ai sanculotti, assieme al compagno di allora, Jean-Theophile Leclerc, che in seguito sposò Pauline Léon; militò contro la disoccupazione e l’accaparramento della ricchezza. Assieme a Pauline, nel maggio 1793, fondò la Società delle repubblicane rivoluzionarie, un club composto da donne rivoluzionarie del popolo, sezione femminile del gruppo degli Arrabbiati, molto più radicale di altri gruppo come il Centre Socìal di Olympe de Gouges (l’autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, vicina ai girondini.

Il 12 maggio 1793, le Repubblicane Rivoluzionarie richiedono il diritto di portare armi per combattere nelle guerra di Vandea. Claire Lacombe svolge un ruolo importante negli eventi del 31 maggio e 2 giugno, partecipando a dibattiti e spingendo l’insurrezione. Nel mese di agosto, sostenne, in una petizione, che tutti i nobili dell’esercito vengono rimossi e il 5 settembre, richiese l’epurazione del governo. Questa volta, i giacobini reagirono accusandola di crimini inventati, anche se non molto credibili, ma estremamente pericolosi, come aver dato rifugio ad aristocratici controrivoluzionari.[7]

Arrestata il 16 settembre, uscì la sera stessa. Il 7 ottobre 1793, interviene come tribuno alla sbarra della Convenzione nazionale, e confutò le argomentazioni dei suoi avversari, denunciando l’oppressione delle donne, aggiungendo che “I nostri diritti sono quelli del popolo, e se ci si opprime, noi opporremo resistenza all’oppressione”.[7]

Al governo non piacque, e pochi giorni dopo, la Lacombe venne coinvolta in un caso, con futili pretesti, che provocò la sua rovina politica: alcune donne di Halle accusarono le Repubblicane di averle costrette ad indossare il berretto frigio, che era solitamente riservato agli uomini. Ne seguì un litigio e dei tafferugli alla Convenzione. Le suddette donne aggredirono fisicamente la Lacombe. I giacobini ne approfittarono per i proibire i club femminili, sciogliendo la Società delle Repubblicane Rivoluzionarie.[7]

La caduta degli Enragés e poi quella degli hebertisti, misero Claire Lacombe in pericolo e la costrinsero a nascondersi. Il 2 aprile 1794 venne arrestata con Pauline e Theophile Leclerc. Non furono processati e poco più di un anno dopo, con la caduta di Robespierre e del gruppo giacobino (28 luglio 1794) e le amnistie del governo del Direttorio, Claire venne rilasciata, il giorno 3 Fruttidoro III (20 agosto 1795)[8], un anno dopo la liberazione dei coniugi Leclerc (agosto 1794). Riprese la sua carriera di attrice, lasciando, tre mesi dopo, Parigi per andare a Nantes, per impegni teatrali. Tornata a Parigi nel pratile anno VI (1798), non ci sono sue notizie dopo questo periodo, e si suppone quindi che potesse essere viva agli inizi del governo di Napoleone (1799).[9]

Claire Lacombe è tra le protagoniste del romanzo di Wu MingL’armata dei sonnambuli“, Einaudi, 2014.

https://it.wikipedia.org/wiki/Claire_Lacombe

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