accadde…oggi: nel 1908 nasce Bette Davis

Bette Davis non è mai stata la più bella fra le belle. In un periodo storico in cui le attrici ambivano alla perfezione estetica lei esibiva con orgoglio, quasi con aria sprezzante, occhi sporgenti, una bocca piccola e il naso dalla punta ingombrante. Si comportava come se bella lo fosse e riusciva a convincere anche gli altri. Un prodigio che riesce solo ai grandi attori, come raccontano le leggende dell’epoca di Shakespeare in cui la bravura di un artista si spingeva a farlo sembrare più alto o più grasso senza supporti. Oggi, a 28 anni dalla sua scomparsa, Bette Davis riesce a essere unanimemente considerata una delle più grandi attrici della storia del cinema, una donna dalla vita così interessante che la serie tv Feud – Bette and Joan ne ripercorre una parte interessante: quella della rivalità con Joan Crawford. Senza dimenticare che se il premio Oscar oggi si chiama così (invece di Academy Award of Merit) è merito suo che, quando lo vinse esclamò al microfono “sembra il mio primo marito, Harmon Oscar!”.

Giovanissima i una foto del portfolio di presentazione 

Bette Davis, biografia. L’infanzia difficile sembra essere una tappa obbligata (per poi tramandare lo stesso destino ai loro figli) per chi è destinato a essere famoso. Quella di Bette Davis, nata il 5 aprile 1908 a Lowell, Massachusetts, in una famiglia della media borghesia (il padre era avvocato) viene guastata dal divorzio dei genitori, sposati troppo giovani. Ha una sorella minore, e sin da piccola ama farsi portare al cinema e in teatro. Dopo aver visto Peg Entwistle in L’anatra selvatica di Ibsen, decide di voler diventare anche lei un’attrice. Si laurea all’Academy Cushing e inizia a prendere lezioni di recitazione con la madre Ruth, in un gruppo di teatro a Rochester, New York, dove si sono trasferite dopo il divorzio. Fra le sue compgane di corso ci sono Katharine Hepburn e Lucille Ball. Il primo provino lo sostiene con George Cukor, che non rimane particolarmente impressionato da lei, ma le assegna una particina nel musical Broadway. Bette impara a ballare e si esibisce in spettacoli teatrali con gruppi universitari o semi-professionali. Poco dopo, nel 1929 si realizza il primo dei suoi sogni di attrice: entra nel cast di una rappresentazione dell’L’anatra selvatica e le viene assegnata proprio la parte di Hedwig, la stessa che aveva visto interpretare da Peg Entwistle. Nel 1930 sostiene il suo primo provino cinematografico con Samuel Goldwyn. Un disastro, e non sarà l’unico. Eppure, nonostante tutte queste sottovalutazioni, insiste. Pochi mesi dopo a Hollywood, dove è giunta in treno con la mamma, firma infatti un contratto con la Universal. La telecamera le dona: scopre di essere molto fotogenica grazie alla pelle sottile e agli occhi vistosi e penetranti che rendono le sue espressioni efficaci. Una fisionomia che la rende la protagonista ideale per le eroine tormentate dei melodrammi.

Bette Davis, Oscar meritati e mancati. Nel 1931 debutta quindi sul grande schermo con The bad sister ma il film è un fiasco e Bette si risente molto nell’udire per sbaglio il produttore esecutivo che la deride paragonando il suo sex appeal a quello di Slim Summeville, un buffo attore comico famoso all’epoca. Nel film successivo, Il richiamo dei figli, ha solo una particina con cui passa inosservata ma la Universal le riconferma lo stesso il contratto. Dovrà infilare una lista lunghissima di performance (circa 20 film) per arrivare al 1934, anno in cui ne gira 5 come in una catena di montaggio, tra cui Schiavo d’amore di J. Cromwell, dove finalmente la critica si accorge di lei. La rivista Life arriva a definire la sua performance “la migliore mai vista sullo schermo da parte di una attrice statunitense”. Finalmente, è diventata famosa e da allora girerà decine e decine di film che la gente accorre a vedere al cinema solo perché c’è il suo nome sul manifesto. Ottiene due Oscar per la migliore performance femminile: con Paura d’amare e Figlia del vento. Secondo Bette Davis l’Oscar vinto per Paura d’amare era però solo un risarcimento per non averlo vinto con Schiavo d’amore. Stranamente non la spunterà quando ottiene la nomination per Che fine ha fatto Baby Jane? del 1962, un film culto inquietante che non risente del passare del tempo, e dove sia lei che la coprotagonista Joan Crawford si sfidano in bravura. Bette Davis e Joan Crawford si odiavano tanto che su quel set, nelle scene dei litigi, se la davano di santa ragione sul serio, e la loro rivalità è proprio il tema della serie Feud, candidata agli Emmy 2017. Bette aveva difficoltà a chiudere un’intervista senza menzionare Joan con qualche frecciatina. Quando le chiesero perché interpretasse sempre il ruolo della “donnaccia” rispose che era proprio perché lei nella vita non lo era, aggiungendo “è il motivo per cui Joan Crawford interpreta sempre donne per bene”.

Bette Davis, film memorabili di una diva indimenticabile. Tra le altre, numerose pellicole girate da Bette Davis meritano una menzione speciale (e una playlist da coperta e barattolo di Nutella in giornata piovosa) La foresta pietrificata (1936), Tramonto (1939), Ombre malesi (1940), Piccole volpi (1941) Perdutamente tua (1942), Eva contro Eva (1950), La diva (1952). Proprio come accadde però alla maggior parte delle vecchie glorie (destino per cui a fatto eccezione solo Shirley MacLaine), il grande talento di Bette Davis verrà trascurato a partire degli anni 60, in base al contestatissimo principio che secondo Hollywood pare che le donne siano solo giovani e belle, quelle mature non esistevano nel mondo dei film. Per lei, alla quale facevano interpretare sempre donne più vecchie della sua stessa età, il tramonto arriva presto. Bette rimane disoccupata e addirittura pubblica per provocazione un annuncio su Variety che diceva: “Madre di tre figli, divorziata, statunitense. Trent’anni di esperienza come attrice nei film. Disponibile agli spostamenti e più affabile di quanto dicano le voci, cerca un’occupazione stabile a Hollywood».

Nel ruolo della regina Elisabetta nel film Il conte di Essex

Bette Davis, vita privata. E dal punto di vista sentimentale? Bette Davis si è sposata quattro volte. Con il musicista Harmon Oscar Nelson (da cui il nome della statuetta) dal 1932 al 1939, poi nel 1940 con il politico Arthur Farnsworth di cui rimase vedova nel 1943 quando questo si fracassò il cranio con una brutta caduta su una strada di Hollywood, un incidente a cui molti non hanno mai creduto e che aggiunge un pizzico di mistero alla biografia della Davis. Si sposò nel 1945 anche con William Grant Sherry, padre del suo unico figlio naturale (gli altri sono adottivi) dal quale ha divorziato cinque anni dopo, e con l’attore Gary Merrill. Tre dei suoi quattro mariti non sono stati gentili con lei. Bette è stata vittima di violenza domestica, e considerato che sua madre le soffiava e sperperava gran parte dei suoi guadagni, non si è mai arricchita. Lavorava, praticamente, solo per mantenere il marito approfittatore di turno, per pagare le proprie cure mediche dopo le botte, e per coprire le spese degli istituti psichiatrici in cui finiva la fragile sorella Barbara.

Con Joan Crawford in una scena di Che fine ha fatto Baby Jane?

Bette Davis, attrice fino in fondo. Nel 1981 uno dei più grandi successi discografici è stata la canzone Bette Davis Eyes, la cover di un vecchio pezzo del 1974, reinterpretata da Kim Carnes. Le nuove generazioni hanno riscoperto così i suoi film e a hanno alimentato ulteriormente il mito di una grande artista. Appena in tempo: Bette Davis muore il 6 ottobre 1989 a Neuilly-sur-Seine, in Francia, all’età di 81 anni dopo una durissima battaglia contro il cancro al seno. Aveva appena ricevuto il Premio Donostia per la carriera al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian, città che ha lasciato in un’ambulanza poche ore prima del decesso. È seppellita nel cimitero di Los Angeles. Andatele a portare un fiore, se vi capita, e leggerete sul suo epitaffio: «Ha fatto tutto in modo difficile».

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