un’altra ondata di commozione senza parole, di Daniela Domenici

Ieri sera ho vissuto un’altra ondata di commozione e di tante altre emozioni a scuola quando un mio alunno, che proviene dalla Guinea Conakry (sapete dov’è?), all’inizio della lezione, visto che eravamo ancora solo in pochi, ha raccontato, nel suo italiano buffo ma comprensibilissimo, la sua storia che ci ha lasciato attoniti/a, senza parole, impotente (almeno io).

Questo ragazzo, che ha solo ventiquattro anni ma ne dimostra molti di più, e che è già sposato e ha due figli (mi ha fatto vedere le loro foto sul cellulare) che sono rimasti là, ha vissuto già tante vite e infiniti dolori prima di partire dalla Libia (dov’è stato malmenato dalla polizia e mi ha fatto vedere le ferite sulla spalla) con un barcone dov’erano un centinaio, arrivare a Lampedusa stremati, stare altri due giorni in un porto della Sicilia che non sa dirmi quale, e poi essere mandato qui a Genova dove vive e lavora non in modo stabile, purtroppo.

Ha perso la sua mamma col virus Ebola (esiste ancora…)

https://www.unicef.it/doc/5414/ritorna-incubo-del-virus-ebola-in-guinea.htm

e il suo papà il 28 settembre 2009 durante questa manifestazione pacifica allo stadio quando la polizia ha sparato sulla folla uccidendo a caso e lasciando i cadaveri sul terreno dello stadio: c’era anche suo padre (mi ha fatto vedere tutto il video nel suo cellulare…)

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/guinea-scontri/guinea-scontri/guinea-scontri.html

in Guinea c’è una tremenda guerra da anni (ne sappiamo qualcosa?), sua moglie e i suoi bambini sono andati in un paesino un po’ più tranquillo, e lui è partito; con infinito dolore ha lasciato la sua giovane moglie e i suoi bambini, che vede solo in video chat da quel giorno, per costruirsi una stabilità lavorativa e farli venire qui, stare finalmente insieme e vederli crescere non più al cellulare.

Mi ha detto che non riesce a trovare un lavoro stabile perché il signor Salvini, con questa legge assurda, non gli fa avere il certificato necessario; gli ho chiesto perché non va in Francia o in altri paesi dell’Europa dove è più facile ottenerlo e lui, con un tenero sorriso, mi ha risposto che gli piace troppo l’Italia e vorrebbe che i suoi figli crescessero qui ma non sa come fare a ottenere questo certificato…

…ogni sera a scuola è più o meno così…vorrei invitare il ministro dell’Interno a venirci a trovare…che ne dite, accetterebbe di ascoltare una delle tante storie di vita dei miei ragazzi?