Il divorzio non si addice a Enid Balfame, di Gertrude Atherton, traduzione di Costanza Masetti, edizioni Le Assassine, recensione di Daniela Domenici
Per la collana “vintage” ho avuto il piacere di leggere “Il divorzio non si addice a Enid Balfame”, un giallo scritto nel 1916, con il titolo “Mrs Balfame”, da Gertrude Atherton, prolifica autrice californiana vissuta tra la fine del 19° e l’inizio del 20°secolo, e molto ben tradotto da Costanza Masetti.
È un giallo dalla mole notevole, più di 300 pagine, che si svolge nella cittadina immaginaria di Elsinore che l’autrice situa vicina a New York e che ha come protagonista Enid Balfame, una signora al centro della vita sociale, molto rispettata e ammirata, la cui vita, che scorre nei binari delle amicizie, delle conferenze e dei vari tipi di meeting, viene all’improvviso sconvolta da un evento delittuoso.
Intorno alla signora Balfame ruotano il giovane avvocato Rush Dwight, l’amica medico Anna Steuer, la giovane vignettista Alys Crumley, la governante Frieda, il giornalista d’assalto Jim Broderick e tantissimi/a altri/e coprotagonisti/e che saranno importanti, ognuno/a a proprio modo, per risolvere il giallo che coinvolge da vicino Mrs Balfame.
La cifra distintiva di questa storia è la deliziosa ironia dell’autrice che riesce a descrivere con occhio acuto e disincantato quel ristretto mondo provinciale fatto soprattutto di perbenismo e di apparenza.
Una parola sullo stile: non è veloce e serrato come si ci si aspetterebbe da un thriller, ha piuttosto un andamento lento per descrivere, in ogni dettaglio, i/le protagonisti/e sia fisicamente che psicologicamente caratterizzandoli/e in modo che emergano nella loro individualità.