Il contagio del male, di Sara Pollice, Iacobelli editore, recensione di Daniela Domenici

Ancora una commissaria protagonista di un giallo, Costanza Petrini, di fresca nomina e che lavora con una squadra tutta maschile quella creata da Sara Pollice, romana, che, leggo nella biografia in quarta, “arriva alla narrativa trovando nella commissaria Costanza Petrini una parte di sé”.

Costanza deve gestire le indagini, che si rivelano subito difficili, su un omicidio, particolarmente efferato, di un uomo ritrovato nelle campagne di Pont, un piccolo paese del canavese, che si intrecciano con quelle sulla scomparsa di un altro uomo forse, in qualche modo, collegato al primo. Grazie agli indizi che emergono la commissaria, intuitiva e caparbia, andrà a Marsiglia cercando la collaborazione dei colleghi francesi che a parte Antoine Berenguer non sembrano darle fiducia. Dall’indagine emergeranno anche storie di violenza familiare continuata e di pratiche dell’occulto, di malefici. La commissaria ha la fortuna di avere un vice, Di Cosimo, un ottimo investigatore, sempre pronto a collaborare e che la protegge con affettuosa attenzione. Nella vita privata ha qualche problema a gestire i rapporti con la figlia Luisa e con il compagno Giorgio e inoltre ha una sensitività accentuata, che si manifesta nei suoi sogni e che la rende spesso fragile.

Pollice ci regala il ritratto a tutto tondo di una donna, una madre e una commissaria che prova a far convivere, nel migliore dei modi, tutti questi suoi aspetti.