alcune riflessioni di Italo Calvino che nasce oggi nel 1923
Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.
(La frase è attribuita a Italo Calvino, ma in realtà è stata scritta nel 2007 da Mattea Rolfo, scrittrice e blogger)
Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così
(Il Barone rampante)
Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, – conclude – ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto. Ma la superficie delle cose è inesauribile.
(Palomar)
Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà.
(Se una notte d’inverno un viaggiatore)
Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
(Le città invisibili)
Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!
(Il Barone rampante)
D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda
(Le città invisibili)
L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare ad non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo.
(Il sentiero dei nidi di ragno)
Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
(Lezioni americane)
Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto.
(Se una notte d’inverno un viaggiatore)
Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
(Il visconte dimezzato)
Quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari. E pensò: ecco, questo modo d’essere è l’amore. E poi: l’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo.
(La giornata di uno scrutatore)
La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso.
(Palomar)
L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.
(Le città invisibili)
E poi non sapevo più cosa guardare e guardai il cielo.
(Gli amori difficili)
Ci sono quelli che si condannano al grigiore della vita più mediocre perché hanno avuto un dolore, una sfortuna; ma ci sono anche quelli che lo fanno perché hanno avuto più fortuna di quella che si sentivano di reggere.
(Gli amori difficili)
Rilassati, raccogliti, allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto.
(Se una notte d’inverno un viaggiatore)
Viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti.
(Il Barone rampante)
Si sa che i rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.
(Il Barone rampante)
Non sapeva cosa avrebbe voluto: capiva solo quant’era distante, lui come tutti, dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere.
(La giornata di uno scrutatore)
Non ci sono altri giorni che questi nostri giorni. Che mi sia dato di non sprecarli, di non sprecare nulla di ciò che sono e di ciò che potrei essere.
(Il cavaliere inesistente)
L’amore riprendeva con una furia pari a quella del litigio. Era difatti la stessa cosa, ma Cosimo non ne capiva niente.
(Il Barone rampante)
Contano due principî: non farsi mai troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire.
(La giornata di uno scrutatore)
Mio zio era allora nella prima giovinezza: l’età in cui i sentimenti stanno tutti in uno slancio confuso‚ non distinti ancora in male e in bene; l’età in cui ogni nuova esperienza‚ anche macabra e inumana‚ è tutta trepida e calda d’amore per la vita.
(Il visconte dimezzato)