La commedia di Candido, recensione di Fausta Spazzacampagna

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Di cosa non è capace una donna quando mette in atto tutte le armi a sua disposizione?
E’ con “arguzia, inventiva, strategia, intelligenza, furbizia e sensualità” che Augustine (interpretata da una splendida Maria Paola Sacchetti) , una “attrice che non è più attrice“, si trova catapultata in un viaggio nelle le abitazioni dei grandi pensatori dell’illuminismo, in un susseguirsi di scene avvincenti in cui vengono messe in luce la genialità ma anche le ossessioni, le fissazioni e la miseria umana di questi “grandi” della cultura francese del Settecento: Diderot e D’Alembert, Rousseau e Voltaire.

La vicenda nasce dallo scompiglio che genera la notizia che Voltaire starebbe scrivendo un libretto (Il Candido) in cui mette in berlina la chiesa, l’esercito e i pensatori del suo tempo.
Augustine, “cameriera che non è una cameriera” sta per essere cacciata dalla casa del dongiovanni  Diderot (interpretato dal grande Rosario Campisi che è anche Voltaire ed è anche il regista della commedia) – che insieme al beone D’Alembert (il bravo Duccio Baroni che alla fine interpreta anche “il clero”) sta dedicandosi alla redazione dell’Enciclopedia – dalla sua gelosissima moglie (la bella e brava Eleonora Cappelletti).

Da lì, ben pagata e con la promessa di salvare la situazione, Augustine, sotto l’identità di una farmacista dai prodotti miracolosi, si intrufolerà nella casa di un ipocondriaco Rousseau (perfetto Marcello Sbigoli che interpreta anche “l’esercito”) al quale solo la moglie tanto brutta quanto arguta (la straordinaria Gaia Nanni imbruttita per l’occasione) riesce a stare accanto e poi, nelle vesti di una gran dama, nella casa del vanesio Voltaire e della sua gigionesca moglie (bravissima Chiara Luccianti) che ne favorisce lo spirito pavoneggiante ma ne parla male alle spalle con le due cameriere (le brave Giada Menicheschi ed Eleonora Fuzzi) e lì risolverà tutta la faccenda salvandolo dalla prigione.
Le scene vengono sottolineate dal clavicembalo suonato con grande maestria da Anna Clemente.
Stefano Massini, autore del testo, ha creato una spumeggiante storia che parla di vizi e virtù dell’epoca dei lumi ma parla anche al mondo contemporaneo dalla libertà di pensiero alla condizione della donna, dalle guerre ingiuste all’integralismo religioso in un susseguirsi di battute e scene esilaranti che sottintendono lucide e spietate verità.

Straordinari tutti gli attori, sia singolarmente che nelle scene corali, in uno spettacolo coinvolgente e senza momenti di stanchezza: sono stati applauditi con convinzione ed entusiasmo dal pubblico che li ha seguiti negli spostamenti di scene – che ieri sono stati all’interno della bellissima Villa Gerini di Colonnata data l’inclemenza del tempo.
Un ultimo applauso va alla stupenda Gisella Marilli che con il Nexus studio, di cui è presidente e direttore, ha creato il bell’evento “Intrecci d’estate a Villa Gerini” in cui, oltre alla Commedia di Candido si svolgeranno (e si sono svolti) ottimi spettacoli.