“Signorine in trans”, impressioni di Fausta Spazzacampagna
Un grande cuoco non ha bisogno di tanti ingredienti per fare un piatto appetitoso…..
In questa “Signorine in trans” – titolo che stuzzica e incuriosisce – le cuoche sono addirittura due: Francesca Nunzi e Cinzia Berni, che sono anche le due protagoniste femminili della commedia. A loro si uniscono Marco Maria Della Vecchia e Marco Fiorini: il primo, Gianni, nella parte del vicino di casa, il secondo, Massimo, nella parte di un ufficiale giudiziario ….
Questi i quattro ingredienti di una deliziosa commedia, brillante, spassosa, intrigante ma anche dolce e tenera, che ieri sera ha fatto la sua prima uscita al Teatro Lumière.
A Napoli le “ragazze” un po’ avanti negli anni, per non chiamarle zitelle vengono soprannominate ”signorine” e il sogno di essere “signorina” è anche il desiderio inespresso di Gianni, l’amico vicino di casa che, dopo la morte di Ida, cerca di prendersi cura di Ada, ragazza pasticciona a cui la sorella non ha mai permesso di fare nulla per evitare disastri. Ada si trova in difficoltà economiche e non è capace di risolvere i problemi dell’esistenza e Ida viene mandata in suo aiuto dalla “altra parte dove si sta tanto bene” e dove tutto diventa bello, tanto che Ida – bassa e tracagnotta – è diventata una affascinante donna, un mix tra Raffaella Carrà e Lady Gaga. Ma solo Ada può vederla. Gianni non ci crede e pensa che Ada sia uscita completamente fuori di senno, ma con un permesso speciale Ida può farsi vedere anche da lui. I tre insieme cercano di risolvere il problema dello sfratto annunciato: bisogna pagare ma i soldi non ci sono. Ci vuole una seduta spiritica in cui Ida possa dare i numeri da giocare al lotto, ma non c’è niente da fare: Gianni cerca di interpretare i sogni che lui e Ada fanno ma non indovina un numero: l’unico risultato dell’andare in trans è per Gianni la scoperta della sua identità di “signorina”…
In questo frattempo arriva il nuovo Ufficiale giudiziario, che Ada all’inizio prende per un fantasma inviato anche lui “dall’altra parte”. Massimo è colpito ed ammaliato dalla dolce ingenuità di Ada con cui condivide l’amore per i film e i cartoni animati. Anche lui viene coinvolto nel difficile recupero dei soldi necessari. A suon di canti e battute e scene di film – spettacolare Ghost! – la vicenda arriva al finale.
Bisognerebbe raccontare la pièce battuta per battuta, equivoco per equivoco…. Posso dire che è come assistere ai fuochi d’artificio…un continuo scoppiettio, un susseguirsi di immagini colorate e cariche di allegria e di tenerezza con cui i quattro bravissimi brillanti attori, con la loro vis comica, comunicano con il pubblico in uno scambio continuo tra la loro interpretazione e le risate continue e convinte della platea.
Applausi tantissimi e tante divertenti uscite alla ribalta quasi a continuare il divertimento condiviso..
Il finale? Non si può raccontare… bisogna andare a teatro a vederlo….ma vi assicuro che è un finale delizioso come si conviene alla migliori favole…
