Brano tratto da “I cassetti della memoria” di Santina Gullotto
foto dell’autrice
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Passavano i giorni frequentavo la prima elementare ma durante le vacanze mi ammalai molto gravemente, credo di aver avuto qualche giorno di febbre altissima di quei giorni non ricordo nulla era come se non esistessi caddi in un sonno profondo mi svegliai dopo tre giorni circondata dai miei familiari felici di sentirmi parlare, avevano temuto il peggio. Ci volle molto tempo prima che mi ripresi molte cure lunghe e iniezioni dolorose un’alimentazione particolarmente leggera e digeribile a base di crosta di pane e pere. A poco a poco mi ripresi avevo una forza di volontà non comune che mi avrebbe accompagnato per tutta la vita e che in molte circostanze mi ha aiutato a superare problemi di salute molto gravi e di lunga durata.
Eravamo negli anni sessanta io avevo sette anni ed in quel periodo la nostra famiglia si stava facendo più numerosa mia madre aspettava un bambino, la casa dove stavamo era piccola serviva più spazio per accogliere un altro figlio, mio padre pensò di comprare un terreno alla periferia del paese anche se attualmente è diventato il centro. Appena acquistò quel magnifico pezzo di terra non perse tempo si mise subito all’opera aiutato da un suo amico muratore si diede molto da fare e lavorando notte e giorno costruì quella che di lì a poco sarebbe diventata la nostra nuova casa. Lì vicino c’erano dei vigneti dei grandi alberi d‘ulivo secolari con dei prati verdi andando lì tutti i giorni durante la costruzione della nostra futura casa mi accorsi di quando amassi gli spazi aperti di quando mi facesse bene vivere in mezzo al verde a stretto contatto con la natura anche se questa sensazione l’avevo già provata quando mio nonno ci portava in campagna nel suo vigneto al tempo della vendemmia e si faceva festa dopo aver raccolto e pigiato l’uva. Quando siamo andati ad abitare nella nuova casa io ero molto felice e mi sentivo in paradiso a quel tempo le case in via Galliano erano pochissime così solo affacciandomi sulla porta si poteva ammirare l’imponenza e la bellezza del nostro vulcano di giorno il paesaggio era incantevole ma la sera visto che la nostra Etna era quasi sempre in eruzione lo spettacolo che offriva era impareggiabile.
