“Casa nova, vita nova” al Teatro di Rifredi, recensione di Daniela Domenici
Ieri sera tutto esaurito per la terza replica di “Casa nova, vita nova”, commedia scritta nel 1956 da Vinicio Gioli e Mario De Majo, che la compagnia del Grillo, una delle ultime a portare avanti la tradizione del teatro vernacolare fiorentino, ha voluto riproporre, a sessant’anni dal suo debutto, con l’attenta regia di Angelo Savelli.
Il punto focale su cui si s’impernia tutta la divertentissima storia è la chiusura delle “case chiuse” dopo l’approvazione della legge Merlin. Ecco come la brochure di sala ci racconta la sinossi “la famiglia Ciuti è costretta dalla penuria di appartamenti, dopo i disastri della guerra, a una coabitazione burrascosa con un’altra famiglia; quando finalmente si presenta l’occasione i Ciuti si trasferiscono in un ampio appartamento tutto per loro; senonché si tratta proprio di una di quelle ex case chiuse e la circostanza darà luogo s nuovi conflitti e spassosi equivoci”.
Bravissimo tutto il cast ma vorrei iniziare i miei complimenti dal nonno Utilio della famiglia Ciuti, lo straordinario e sempre brillante Sergio Forconi che provoca ininterrotte risate e calorosi applausi, meritatissimi. Bravi e professionali come sempre (ho avuto modo di recensirli varie volte nel passato) Raul Bulgherini e Giovanna Brilli nei ruoli, rispettivamente, del marito Arduino e della moglie Cesira, lui che cerca di mediare ogni litigio, lei, invece, che prende fuoco con facilità. Brave e divertenti nel caratterizzare i loro ruoli di coabitanti invasive Cristina Valentini nel ruolo di Attilia e Beatrice Tonelli in quelli di sua nuora e formidabile Filippo Filidei in un quadruplice ruolo, dall’infantile Ottavino a quello di una vicina e ancora letturista della luce e visitatore dell’ex casa chiusa. Perfetta Eleonora Cappelletti nel ruolo “cammeo” di ex lavorante della casa chiusa e bravi i tre “giovani”: Giulia Mottini la figlia Vanna, Alessandro Beraldi il suo fidanzato Marco e Massimiliano Lari il fratello Piero e bravo Sergio Giani nel ruolo di amico di Arduino.
Nonostante la durata, due atti di cento minuti in totale, la commedia vola via tra risate e applausi grazie al ritmo perfetto delle battute e alla mimica che caratterizza ogni interprete. Complimenti al cast e al regista.
Si replica fino all’1 novembre.
