Nero come la neve, di Marco Della Croce, Fratelli Frilli editori 2023, recensione di Daniela Domenici

Semplicemente superlativo: perdonate l’incipit iperbolico ma questo libro di Marco Della Croce, scrittore, saggista e sceneggiatore spezzino, che è un giallo ma anche un romanzo storico e che ho letto in un soffio nonostante le 300 pagine, se lo merita appieno per una serie di motivi.

In primis per lo splendido stile narrativo, ricco, variegato, denso di dialoghi in vari dialetti italiani, dal fiorentino al napoletano, dal romanesco al siciliano con cui l’autore ha voluto caratterizzare i vari collaboratori del commissario Dario De Santis, qui alla sua prima indagine: bravissimo!

Complimenti meritatissimi per la perfetta, accurata e dettagliata ricostruzione storica, l’anno è il 1938, siamo in pieno ventennio fascista, sono appena state emanate le leggi razziali e la vicenda immaginata da Della Croce, intrisa di delitti apparentemente non collegati tra loro, avviene nella settimana che precede il Natale.

E complimenti ancora per la caratterizzazione psicologica e fisica dei/lle molti/e coprotagonisti/e, cominciando da questo formidabile commissario, che ha un profondo dolore con cui deve convivere e che ha fatto una scelta politica decisa seppur in controcorrente e pericolosa, al suo amato vice Lucio Tonelli, da tutto il suo formidabile e coeso staff alle tante persone che vengono chiamate in causa e interrogate durante le indagini in un continuo colpo di scena che cambia le ipotesi precedenti: standing ovation!