paper Manzoni, i Promessi Sposi di Paperino, recensione di Valeria Vite

Per molto tempo si è ritenuto che la letteratura per l’infanzia fosse inferiore a quella per gli adulti, eppure nell’Ottocento spopolavano dei veri e propri best seller per bambini, come per esempio Cuore e Pinocchio. Oggi fortunatamente i libri per i più piccoli e gli adolescenti sono stati rivalutati, sebbene debbano necessariamente continuare ad essere analizzati con criteri differenti da quelli per gli adulti.
Paper Manzoni, come suggerisce il titolo, è la storia de I promessi sposi interpretata da Paperino, ma si tratta di un prodotto molto differente da un giornaletto mensile di fumetti come Topolino o Paperino. Pubblicato in occasione del 150 anni dalla scomparsa di Manzoni, innanzitutto è un libro rilegato che si acquista in libreria, perciò anche la modalità di vendita è differente, ma i contenuti di approfondimento interamente dedicati a Manzoni rendono il testo prezioso, seppur a misura di bambino e di tutti quegli adulti affezionati alle avventure a fumetti dei personaggi Disney. Perché non dobbiamo dimenticare che i fumetti Disney sono amati anche dagli adulti!
Dopo una breve premessa e la presentazione degli autori, viene presentata la storia di Paper Manzoni, che consiste in un’avventura di Paperino Paperotto nei panni di un giovane Manzoni in vacanza sul lago di Como con la governante Caterina (Nonna Papera), un personaggio realmente esistito, Tonio (Paperoga), e Zio Paperone. Non si tratta di un fumetto, ma di un testo in prosa illustrato con la tecnica del graphic novel. Le illustrazioni sono raffinate, fiabesche, realizzate con colori tenui e tratto fine; uno stile molto differente dai fumetti di Topolino, che conquista il lettore. Nella storia sono presenti delle citazioni relative al romanzo di Manzoni, ma è impossibile che lo scrittore abbia vissuto un’esperienza simile da bambino. Delle due storie, questa è quella con un linguaggio e delle tematiche più indicate all’infanzia.
Nel testo sono presenti anche citazioni tratte da I promessi sposi. In questo modo i bambini iniziano a familiarizzare con la grande letteratura e gli adulti evocano ciò che hanno studiato a scuola. Si tratta anche di un espediente per rendere il romanzo di Manzoni principe del volume. Prima di introdurre il secondo racconto, un breve capitolo illustra come vengono realizzati i fumetti, con numerosi disegni esemplificativi.
Segue il fumetto de I promessi paperi, che comparve per la prima volta su Topolino nel 1976, forse proprio per questo i colori sono più vivaci rispetto al primo racconto. Si tratta di una storia comica, eccessivamente comica, al punto da cancellare tutto ciò che c’è di tragico ne I promessi sposi. Forse per questo non l’ho apprezzata, perché nella vita non si può solo ridere, soprattutto quando si tratta di una storia così profonda. La trama è stata stravolta: la monaca di Monza è una fastidiosa dama innamorata di Don Paperigo (Paperone), Milano è devastata da uno sciopero delle poste prodotto da un incantesimo, il Mainomato (che sarebbe l’Innominato, Rockerduck) non è malvagio e Lucia (Paperina) è un personaggio secondario. Anche alcuni personaggi della Disney sono irriconoscibili, perdendo quelle caratteristiche che li hanno fatti amare al pubblico. Non escluderei tuttavia di consigliare il testo ad un bambino: chi non conosce il romanzo di Manzoni forse riesce ad apprezzare questo testo.
L’opera si conclude con una breve lezione su Manzoni e i Promessi Sposi, naturalmente a prova di bambino. Sarebbe curioso e forse più interessante leggere la recensione di un bambino, io posso solo fornirvi il mio modesto parere di adulto, che ama Topolino ma non ha apprezzato questo volume.