santocielo, uno dei pochi cinepanettoni di qualità, recensione di Valeria Vite

“Santocielo”, uno dei pochi cinepanettoni di qualità.

Puntualmente, nel periodo natalizio, i cinema proiettano squallidi, superficiali e dozzinali cinepanettoni che sono un’offesa alla cultura. Santocielo (2023), di Francesco Amato e con Ficarra e Picone, è l’eccezione alla regola: pur essendo un film comico, superficiale e approssimativo nel proporre i temi principali, ha una morale profonda e una trama ben strutturata.

Dio (Giovanni del trio Aldo, Giovanni e Giacomo) decide di inviare sulla terra un nuovo Messia, ma l’impacciato e ingenuo angelo Aristide (Picone) ingravida Nicola (Ficarra), un vicepreside siciliano di una scuola cattolica maschilista e all’antica, che si rifiuta di divorziare dalla moglie incinta di un altro uomo. Prima della nascita di una piccola Messia, i due comici protagonisti verranno scambiati per una coppia omosessuale e Aristide, appassionato di musica sacra, si innamorerà di una suora incaricata di allestire un musical nella scuola di Nicola. La prima gravidanza maschile dell’umanità diventerà un fenomeno mediatico, che sconvolgerà una Sicilia molto più moderna di quanto venga dipinta dai pregiudizi.

Per quanto riguarda la comicità, il risultato è una commedia all’italiana scanzonata e irriverente, con battute che, pur non essendo raffinate, sono sicuramente argute. E’ proprio grazie alla loro semplicità se sono alla portata di tutti, riuscendo così a trasmettere un messaggio importante anche ai meno acculturati. Il personaggio più simpatico è la caricatura di Dio realizzata da Giovanni. La collaborazione tra un comico anni Novanta e degli artisti di questi ruggenti anni Venti crea una sorta di continuità tra il cinema (e il teatro) italiano e riunisce nelle sale più generazioni. Ficarra e Picone invece superano il concetto di cabaret da cui provengono, creando dei personaggi complessi, profondi, umani, che sanno toccare tutte le corde delle emozioni dello spettatore. La coppia ha dimostrato di andare oltre la comicità con ottimi risultati.

Ma qual è dunque il messaggio dell’opera? Il film propone una Chiesa moderna, che accolga veramente tutti i fedeli senza discriminazioni, in nome del progresso. Non andate dunque al cinema se siete conservatori! Nonostante l’intento sia nobile, ritengo che la morale del film sia stata un po’ troppo semplificata e banalizzata, tracciando una linea troppo netta tra due correnti di pensiero. Prima di esprimere un giudizio è doveroso tuttavia ricordare che i cinepanettoni esigono semplicità, dunque non possiamo aspettarci concetti troppo profondi da Ficarra e Picone. Ad ogni modo, si tratta di uno dei pochi film natalizi che propongono un messaggio anziché fotomodelle in biancheria intima.