Vorrei chiederti di quel giorno, di Lorenzo Tosa, Rizzoli 2024, recensione di Daniela Domenici

Il sottotitolo “vita e morte di un ragazzo che era mio padre” ci dà un primo spunto per capire e apprezzare questo splendido libro scritto dal giornalista genovese Lorenzo Tosa e presentato pochi giorni fa nella Sala del Minor Consiglio al Palazzo Ducale qui a Genova e tra poco a Milano.
Ci vuole un doloroso, tremendo coraggio a decidere di voler ricostruire la vita e la morte del proprio padre e Lorenzo ha impiegato due anni della propria vita, come dichiara lui stesso, per incontrare e fare domande alle tante persone che hanno conosciuto PapaBruno prima che un giorno di aprile di tanti anni fa sparisse dalle vite di sua moglie Anna e dei suoi due bimbi, Andrea e Lorenzo, appunto “tutto quello che sapevo era che, un giorno, quando avevo due anni e mezzo, quell’uomo era scomparso dalle nostre vite…tutto era avvolto in un’atmosfera sulfurea, fasciato in un involucro di condizionali e ipotesi e di parole non proferibili. Una di queste era la parola suicidio”, così in estrema sintesi in quarta di copertina Lorenzo riassume il senso della sua ricerca.
Nella prima parte del libro Lorenzo prova a ricostruire gli ideali politici del giovane Bruno, le sue lotte, le sue aspirazioni, la sua vena artistica, le persone che sono state importanti, che gli hanno voluto bene, ognuno/a in modo diverso, contestualizzando storicamente e politicamente la narrazione. Semplicemente struggente l’ultimo capitolo che si intitola “tu” in cui Lorenzo si rivolge in prima persona al padre e gli chiede “a cosa stai pensando? Darei tutto quello che ho per sapere qual è stato il tuo ultimo pensiero…” e conclude “ora il tempo è davvero finito. Quando ho cominciato a scrivere questa storia avevo di fronte a me un’enorme nebulosa che avvolgeva tutto quanto lasciando trasparire solo qualche ombra. Oggi, invece due anni dopo…non posso dire di conoscerti…ma posso affermare di sapere che persona sei stata…dirò che sei stato un uomo generoso e idealista…troppo buono per questo mondo”: grazie Lorenzo per essere riuscito a ricostruire la vita di quel ragazzo che era tuo padre, ti abbraccio con affetto.