Endecascivoli, di Patrizio Zurru, Miraggi edizioni, 2021, recensione di Daniela Domenici

Ho avuto il piacere di leggere e apprezzare questo deliziosa raccolti di racconti di Patrizio Zurru, scrittore cagliaritano, che ha incontrato il mio gradimento per vari motivi.
In primis per come spiega il perché del numero dei suoi racconti, che sono 65, con una deliziosa, delicata ironia, ecco le sue parole nella prefazione “i racconti sono 65 come l’anno della mia nascita, e per un gioco di Cabala che vede le persone legate a questo numero come amanti del nutrire gli altri, cosa in cui spesso mi riconosco, in forma edibile o semplicemente simbolica, oltre al piacere dello stare con gli altri, intessere relazioni e condividere ogni aspetto della propria vita. E così in quello che andrete a leggere scoprirete tanto di me, qualcuno dice che ci si mette a nudo, io dico che mi troverete in maniche di mutande, a volte, mutande colorate abbinate al vestiario indossato o poggiato sulla sedia accanto al comodino o sul bordo del letto, se avrete letto”: grazie, Patrizio, per esserti fatto conoscere!
E traggo ispirazione dalla parola “letto” ripetuta due volte per fargli i complimenti per lo stile dei suoi brevi racconti che è assolutamente originale perché Zurru ama giocare con le parole e quindi si diverte a intrecciare, con apparente nonchalance, anafore, giochi di parole, frasi brevi e lapidarie, rime interne e tanto altro: bravissimo!
E complimenti anche per l’idea di porre all’inizio di ogni racconto, nella pagina dispari, un riquadro nel quale chi legge può “scrivere o disegnare quello che vi passa in mente mentre leggete, o alla fine, come si usava fare un tempo mentre si stava al telefono da casa, quelle telefonate al tavolino, senza tasti e con la rubrica di casa completamente illustrata dei pensieri che ci venivano in testa”.
Concludo con i complimenti al titolo scelto che dà subito la misura della sua incredibile autoironia e del suo amore per le strutture della narrativa e della poesia.