Paris noir, di Ida Ferrari, Golem edizioni 2019, recensione di Daniela Domenici

Un giallo mozzafiato, corposo, avvincente questo di Ida Ferrari, scrittrice bresciana che ho avuto il piacere di conoscere tre settimane fa al Salone del Libro di Torino.
“Tra Milano e Parigi si dipana una storia in cui nulla è ciò che sembra e dove i colpi di scena si susseguono fino all’imprevedibile conclusione”: questa breve sinossi tratta dalla seconda di copertina dà un’idea di quello che la creatività da giallista di Ferrari ha immaginato nelle oltre 300 pagine di questa storia che volano via per vari motivi.
In primis per lo stile narrativo semplicemente perfetto con un ritmo veloce che lascia in un’apnea emotiva fino alla fine e con una profonda conoscenza del linguaggio specifico dell’informatica e del mondo bancario; e complimenti per l’appassionata e dettagliata descrizione di Parigi che diventa una superba co-protagonista.
Non ho letto il libro precedente “La vincita” in cui appare, per la prima volta, questa formidabile coppia di investigatori sui generis, Simona Fontana e Paolo Bosco, che hanno una perfetta affinità di vedute che li porta a lavorare in una sinergia che spesso non ha bisogno di parole; in questo caso da risolvere i protagonisti sono Gianluca e Greta, due giovani bancari milanesi i cui destini s’incrociano a Parigi e la cui vita sarà in pericolo per un segreto custodito da Gianluca. Con Simona e Paolo collabora un genio dell’informatica, il cui nickname è Neo, che sarà di fondamentale aiuto sia per aiutare Gianluca e Greta che per snidare la mente, nascosta nel deep web, di un gioco perverso chiamato “blue whale”: standing ovation, Ida!