Un cane, un omicidio e una puttana, di Lorenzo Malvezzi, Fratelli Frilli editori 2023, recensione di Daniela Domenici

Ho conosciuto Lorenzo Malvezzi al Salone del Libro a Torino lo scorso maggio, ci siamo fatti una bella chiacchierata in inglese allo stand della Frilli e poi mi ha mostrato questo suo libro che ho preso con grande piacere per leggerlo e recensirlo.

È un giallo che colpisce e che non lascia indifferenti per una serie di motivi che proverò a descrivervi.

In primis per complimenti per come ha reso Genova una superba, splendida protagonista sia nelle descrizioni dei tanti suoi splendidi angoli e luoghi, dei suoi cibi (a pag. 111 c’è la descrizione di un piatto tipico che è pura poesia…) e dei suoi vini che nell’uso del dialetto senza traduzione; e poi mi ha fatto piacere che abbia dedicato un paragrafo al teatro dell’Arca, all’interno del carcere di Marassi, fondato da Sandro Baldacci (che ci ha prematuramente lasciato), uno straordinario regista che ha portato i suoi spettacoli con i suoi attori detenuti anche fuori, al Teatro della Corte, per esempio dove li ho applauditi e recensiti: grazie Lorenzo!

E mi ha fatto sorridere l’idea di Malvezzi d’inserire come co-protagonista non una persona reale ma un detective inventato da un grande giallista genovese, Bruno Morchio, il suo Bacci Pagano, che abbiamo imparato ad amare nei tanti libri che gli ha dedicato e che aiuta la formidabile, coraggiosa, testarda avvocata Andrea Cervi a trovare le prove per scagionare Tito Laremi, un giovane che le è stato affidato d’ufficio, dall’accusa di omicidio di una persona trans, Melita: standing ovation!

E concludo con i complimenti per l’amore che Malvezzi dimostra per i cani; uno di loro, Serafino, il cane di Tito, diventa un involontario co-protagonista meritandosi uno spazio anche nel titolo ma ci sono altri cani nella storia e tutti trattati con lo stesso affettuoso rispetto: bravissimo!