atopos e l’originalità, di Valeria Vite

Atopos, e l”originalità

Atopos in greco antico significa originale, fuori luogo, persone che non sopportano l’omologazione. La parola è composta da un’alfa privativo e topos, che significa luogo. L’etimologia è dunque “senza luogo”, “senza centro”, “nomade”.

Platone attribuisce questa parola a Socrate, anche attraverso le sue stesse battute, nel Simposio. Il termine viene utilizzato per definire anche sileni e attici. Sileno è un personaggio della mitologia greca che corrisponde al vecchio dio rustico della vinificazione e dell’ubriachezza antecedente a Dioniso. Costui e i suoi seguaci vivono nei boschi, senza casa, tra i canti dionisiaci. Questa volta però è Alcibiade a parlare, aggiungendo che costoro esteriormente fanno ridere, ma dentro hanno molte virtù.

Socrate è un vero sileno perché non si fa manipolare dai piaceri e dai dolori della gente comune. Socrate sapeva di non sapere e con la maieutica aiutava i suoi discepoli a produrre da sé la verità o scroprirlla nel mondo.

Oggi giorno perseguiamo l’originalità per distinguerci dalla massa e innalzarci rispetto ad essa. I social in tutto ciò sono degli ottimi aiutanti, ma questo avviene anche nella vita reale, soprattutto con l’abbigliamento. La gente però non si rende conto che, se vogliamo tutti quanti essere originali, finiremo per essere tutti uguali nella nostra originalità.

La soluzione sarebbe dunque perseguire l’autenticità, indipendentemente da quanto ciò ci allontana o ci avvicina alla massa. Non saremo originali, ma saremo autentici, genuini e soprattutto veri.