le incredibili luci delle stelle, di Karen Swan, recensione di Antonella Sacco

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(Titolo originale “The Christmas Lights”, trad. Erica Farsetti e Clara Serretta; originale pubblicato nel 2018; edizione italiana da me letta Newton Compton editori del 2019)

In questo romanzo si alternano due storie, una ambientata nel 1936 e una nel 2018; la seconda è la principale, o per lo meno la più corposa.

Bo e Zac sono fidanzati e sono due giovani influencer, che hanno un profilo Instagram con quasi dieci milioni di follower. Ogni momento della loro vita viene immortalato da un loro amico, Lenny, che li fotografa in modo da avere sempre immagini nuove da pubblicare sul social network. I tre, grazie ai guadagni ottenuti con gli sponsor, girano il mondo, vivendo in ciascuno dei luoghi che scelgono per alcune settimane, cercando di farlo come gli abitanti del posto, non come turisti.

Dopo essere stati alle isole Samoa, partono per la Norvegia, dove, da Ålesund, raggiungono il fiordo di Geiranger; lì alloggiano un una casa senza riscaldamento (con una stufa a legna), senza internet e con un gabinetto esterno e che, in inverno, si può raggiungere solo con mezzi particolari: una motoslitta, l’elicottero, la barca più una salita su una roccia attrezzata e poi ancora un po’ di cammino a piedi. Nella baita accanto a quella affittata dai tre accanto abita la proprietaria, l’ultranovantenne Signy, protagonista della storia ambientata nel 1936 e nonna di Anders, un norvegese taciturno che farà da guida a Bo e Zac per accompagnarli in vari luoghi pittoreschi dove loro verranno fotografati da Lenny indossando indumenti sportivi di una particolare ditta.

L’equilibrio del trio viene a infrangersi quando, pochi giorni dopo, giunge alla baita sul fiordo Anna, la direttrice del marketing della ditta di abbigliamento tecnico che paga quel soggiorno.

Bo non è contenta di quella presenza, che rappresenta un cambiamento nelle abitudini del trio, ma non può fare altro che accettarla.

In seguito a un incidente Bo inizia a fare amicizia con Anders e gli racconta una cosa che non ha mai rivelato nemmeno a Zac: prima di conoscere il fidanzato era perseguitata da un hater, che per diverso tempo aveva smesso di scriverle i suoi sgradevoli messaggi ma che ha ripreso a importunarla e a offenderla da quando è giunta in Norvegia. Anders prende molto sul serio la faccenda e le consiglia di stare attenta,

Il soggiorno dei quattro procede con un alternarsi di malumori e mezzi chiarimenti, ogni momento è dominato dalla “necessità” di fotografare e pubblicare immagini, anche abbastanza intime e private, perché è quello che vogliono i follower.

Il finale, a mio parere, non è un colpo di scena, perché era facile da immaginare, però la storia è ben scritta, i personaggi e la loro psicologia approfonditi; l’ambientazione fra la neve e i ghiacci è suggestiva.