il ragazzo dai pantaloni rosa, recensione di Valeria Vite

Il ragazzo dai pantaloni rosa

I film tratti dalle storie realmente accadute sono i più agghiaccianti, soprattutto quando riguardano il suicidio di un ragazzo. Il ragazzo dai pantaloni rosa è stato presentato alla festa del cinema di Roma 2024 e racconta la triste vicenda di Andrea Spazzacatena, morto suicida a quindici anni per bullismo omofobo e cyberomofobo il 20 novembre 2012.

Ciò che più colpisce è che Andrea non era dichiaratamente omosessuale, semplicemente stava sperimentando. Perciò un ragazzino è stato colpito a morte semplicemente per aver attraversato una fase della vita che prima o poi tocca tutti. All’umiliazione e all’annientamento psicologico si aggiunge la separazione dei genitori, che può riguardare un ragazzo ad ogni età.

Un omaggio speciale a Claudia Pandolfi, che interpreta Teresa Manes, la madre del protagonista. Oltre ad avere una bella voce con cui accompagna le canzoni del figlio, è notevole come la donna sia scoppiata realmente a piangere nella scena della morte del figlio, o meglio, nell’omissione di tale sequenza. Il film infatti non dice come Andrea si è tolto la vita, lasciando lo spettatore avvolto in una suspence agghiacciante.

Forse per non suggerire eventuali attacchi, non sono stati mostrati i commenti omofobi che sono apparsi sul web. Sicuramente è spaventosa la leggerezza umana con cui vengono lasciati i commenti sui social, la deresponsabilizzazione che comporta nascondersi dietro un monitor.

I titoli di coda sono dedicati alle foto del reale Andrea, aumentando la commozione degli spettatori.