A Torino si uccide per nulla, di Gioele Urso, Golem edizioni 2024, recensione di Daniela Domenici

E’ stato un vero piacere “incontrare”, per la prima volta, il giornalista e scrittore torinese Gioele Urso grazie a questa sua deliziosa raccolta di quattro racconti lunghi un po’ gialli il cui fil rouge sono il vigile urbano-aspirante detective Corrado Tarantella e il commissario Riccardo Montelupo che ritroviamo in tutte le storie.

I titoli sono “Uno strano mucchio d’ossa”, il più corposo dei quattro, “La pasticciera di Torino”, il mio preferito in assoluto, “Omicidio su Clubhouse” e “Il buio e la foresta”.

Complimenti per la straordinaria, delicata ironia che colora tutte le storie e per la caratterizzazione di Tarantella che prova, in tutti i modi, a emulare il commissario improvvisandosi detective ma sempre in un modo così goffo che provoca teneri sorrisi in chi legge ma che spesso è di aiuto nelle indagini.

Bravissimo Urso a rendere Torino una superba co-protagonista descrivendola dettagliatamente con appassionato affetto e standing ovation, da parte mia, per come ha saputo impersonarsi, con magica empatia, in una persona disabile: grazie!