La memoria delle vite, di Massimo Granchi, Arkadia editore 2025, recensione di Daniela Domenici

Struggente, commovente, magico, in una parolaa splendido: questo e tanto altro è “La memoria delle vite” di Massimo Granchi, autore toscano, che ho letto in un soffio e che mi ha lasciato infinte emozioni.

Lo scrittore sceglie di narrarci alcune vite con il perfetto escamotage stilistico di farle raccontare, in parallelo, da tre personaggi: Gabriel, la sua amica del cuore Sole e sua madre Liliana. Quando inizia questa “memoria” Gabriel e Sole vivono a Roma, frequentano il quarto anno delle superiori nella stessa classe e hanno un rapporto quasi simbiotico di rara e preziosa amicizia.

Goccia a goccia, grazie alle rivelazioni dosate con consapevole lentezza, entreremo nelle loro vite e scopriremo quali scheletri e quanti dolori nascondono Liliana ma anche la mamma di Gabriel, quali rapporti importanti si sono conclusi e perché, quanto sia difficile venire a patti con il proprio passato e come sia difficile costruire il proprio futuro. Alla fine della prima parte (il libro è diviso in tre) avverrà un evento traumatico che cambierà completamente il corso delle vite di Liliana, Sole e Gabriel: standing ovation!

Complimenti di vero cuore per l’empatia con cui vengono caratterizzati/e i/le tanti/e co-protagonisti/e, dai condomini di Gabriel e Sole alla mamma di Gabriel, da Alessandro e Paolo, rispettivamente padre e fratello di Sole, a Celeste, l’amica del cuore di Liliana: bravissimo!

E complimenti per le descrizioni, dense di amorosi dettagli, dell’isola di Procida in cui si svolge una parte del libro e che diventa una superba coprotagonista; mi ha fatto venire il desiderio di conoscerla: grazie!