la sabbia non ricorda, di Giorgio Scerbanenco, recensione di Antonella Sacco

(prima pubblicazione 1963; edizione da me letta La nave di Teseo 2024)
Ho trovato molto avvincente questo romanzo.
C’è un omicidio, lo scopriamo fino dalle prime pagine. E fino da allora l’autore dissemina continuamente tracce che potrebbero portare a scoprire chi è l’assassino, per distruggerle piano piano una ad una. Il cammino verso la verità procede infatti a piccoli passi, con apparenti successi che poi si rivelano false piste, fino a che viene individuata quella giusta.
La storia si svolge a Lignano: c’è il mare, e sulla spiaggia viene trovato il cadavere: da qui il titolo.
C’è Michela, una ragazza, figlia di un alto funzionario del ministero degli interni, che soffre di una profonda depressione a causa di una delusione d’amore. C’è Alberto, il suo amico d’infanzia, ancora innamorato di lei e anche lui poliziotto. C’è l’amico del padre di Michela, studioso di lingue vive e soprattutto morte, e il figlio di lui, che teme di essere accusato dell’omicidio, e l’amante di questi, con il padre che è stato in prigione. E poi la sorella della vittima e il suo compaesano e amico, e una ragazza tedesca in vacanza…
Tanti personaggi, molti dei quali hanno avuto a che fare con la vittima: Giovanni Masetta, un giovane siciliano venuto al nord in cerca di lavoro. Ogni personaggio è ben dipinto, con le sue debolezze e le sue caratteristiche, le sue paure e i suoi punti di forza.
Un intreccio composto con maestria, a mio parere, e complessivamente una bella storia, anche se un poco pervasa da una certa tristezza, a mio parere. Una sensazione che ho provato molto più forte nel leggere un altro libro di Scerbanenco (che non mi era piaciuto molto), “La mia ragazza di Magdalena”.
Mi ha fatto uno strano effetto leggere di giovani che, parlando, si danno del lei, almeno fino a che non si conoscono abbastanza bene; adesso è insolito che persone della stessa età non si diano del tu, anche se hano ben più di vent’anni. Ma il libro è scritto e ambientato negli anni Sessanta e allora gli usi erano un poco diversi.
Sinossi
È l’alba del 23 giugno a Lignano. Giannuzzo Masetta giace disteso sulla spiaggia, morto da diverse ore, con un coltello accanto. Così lo trova Gertrude Leuter, una giovane turista tedesca in vacanza nel vicino campeggio. La donna conosceva bene Giannuzzo, un uomo soltanto all’apparenza innocuo. Dopo aver gettato in mare quel coltello così minaccioso, Gertrude parte precipitosamente per la Germania: teme di essere accusata dell’omicidio, perché avrebbe avuto diversi motivi per ammazzare Masetta. Ma quello che più la spaventa è un dettaglio che ha notato sulla sabbia, accanto al cadavere. Chi ha ucciso Giannuzzo? Il ragazzo ha un passato poco limpido e molti possibili nemici: una donna sedotta e abbandonata, diversi creditori, un uomo venuto dal sud per un regolamento di conti. Tutti mentono, o tacciono. Ciascuno ha un motivo per nascondersi. E così, inevitabilmente, al primo segue un secondo omicidio. Protetto da una rete di omertà, l’assassino attende con pazienza che passi la tempesta, ma la sabbia di Lignano non può non ricordare. Torna in libreria un giallo dimenticato di Giorgio Scerbanenco, ambientato nel 1960, in cui il maestro del noir italiano gioca con il lettore, lo depista, lo inganna, lo abbaglia, sulle tracce di un colpevole che sembra scomparso tra le onde del mare.