il coccodrillo e la mite, due racconti di Fëdor Dostoevskij, recensione di Antonella Sacco

(edizione da me letta Adelphi 2022 e 2018 rispettivamente; entrambe le edizioni a cura di Serena Vitale)
Due racconti molto diversi fra loro.
Il primo, il cui sottotitolo recita “Un avvenimento straordinario ovvero Impasse nel passage” racconta di un fatto impossibile e surreale: un funzionario viene inghiottito da un coccodrillo che una coppia tedesca espone nel passage (una galleria) di Pietroburgo e rimane vivo e vegeto nell’apparato digerente dell’animale, tanto che può parlare con il collega rimasto all’esterno (il personaggio che racconta la vicenda) e pianificare come svolgerà la propria vita lì dentro, sarà saggio e virtuoso, un modello per l’umanità.
Il racconto è denso di ironia e satira, rivolte un po’ contro tutto e tutti. È rimasto incompiuto, ma in realtà non si sente molto la mancanza di una conclusione. Mi ha ricordato alcuni dei racconti di Buzzati.
Il funzionario viene perfino accusato di essere finito dentro il coccodrillo perché troppo amante del progresso:
La causa è l’eccessiva istruzione, credetemi. Perché le persone troppo istruite ficcano il naso dappertutto, e principalmente lì dove nessuno richiede la loro presenza.
Più avanti l’interno del coccodrillo viene descritto come vuoto ed elastico: essendo vuoto tende a farsi riempire:
Ed ecco l’unica ragionevole causa che spiega perché tutti i coccodrilli ingoinano i nostri simili. Non è così nella struttura umana: più è vuota, per esempio, la testa di un uomo, meno brama di essere riempita, ed è questa l’unica eccezione alla regola generale.
“La mite” invece è la storia di un matrimonio fra un uomo e una giovinetta, e di ironico non ha niente. A me è sembrata molto triste e mi ha ricordato le scene fra il protagonista de “I demoni” e la bambina servetta maltrattata che lavora nella sua casa (o dove lui è ospitato, non ricordo bene, ho letto il romanzo decine di anni fa). Leggere questa storia mi ha creato un certo disagio o fastidio, non so bene. Magistrale, ovviamente, il modo di dipingere i personaggi, ma non è stata una lettura piacevole. Narrato in prima persona dal marito.