se le mie parole, di Rafeef Ziadah

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Se le mie parole possono fermare tutto questo
Se potessero sbarrare la strada
a una bomba, un drone o un singolo proiettile
le deporrei ai piedi di ogni bimbo e bimba di Gaza
Mentre noi contiamo i nostri morti
mi chiedono equilibrio
continuano a chiedermi equilibrio
Lui era solito tenere in equilibrio suo figlio sulle ginocchia e cantare
e ora, ora ha perso le gambe e anche il figlio
Come posso trovare un equilibrio tra Davide e Golia?
Ditemelo voi
Ma noi stiamo resistendo
Continuiamo a sorridere qui a Gaza.
Stiamo resistendo
Se le mie parole potessero fermare tutto questo
urlerei per ricacciare il sapore di benzina che ho in gola da ormai quattro settimane
Scriverei sulla mia spina dorsale sfigurata come le mappe della Palestina
e mi alzerei in piedi a urlare con tutto il fiato che ho nei polmoni
Fateli fermare, fateli fermare
Per favore, qualcuno li faccia smettere
Sono solo bimbi e bimbe che giocano
La spiaggia è forse vietata?
È rimasto qualche posto sotto il cielo
riempito dalla vostra Cupola di Ferro?
Ma noi continuiamo a sorridere qui
Stiamo resistendo
Se le mie parole potessero fermare tutto questo
discuterei in cerchi intorno a ogni portavoce israeliano
Ditelo a loro, parliamo chiaro
Il vostro accento mellifluo non può giustificare l’uccisione di bambini
Parliamo chiaro, noi non siamo collaterali
Non osate chiamarci “collaterali”
Cerchiamo di parlar chiaro
I vostri punti di discussione forbiti sono conficcati
nella pelle vicino all’osso, come schegge
Ci hanno chiesto di sfollare, ma poi ci hanno bombardato
E lui si è stretto al petto la testolina della bimba
È viva, è viva, lo giuro, è ancora viva
Hanno dovuto strappargli dalle mani il corpicino
Questo non è il momento per la poesia
Non c’è più spazio per corpi negli ospedali
non c’è acqua, non c’è elettricità
E in questo buio, in questa oscurità
vorrei che le mie parole potessero trasformarsi in luce, in protezione
Vorrei un po’ di silenzio, un po’ di silenzio
da quelli che lottano per arrivare ai microfoni ed eseguire i loro rituali
da voi che schiamazzate per salire sul palco a parlare della vostra rabbia
Risparmiateci, allontanatevi dalle luci della ribalta
Lasciate parlare Gaza, lasciate parlare Rafah, lasciate parlare Jenin
Che parli Gerusalemme, che parli Shatila, che parli Deir Yassin
Lasciate parlare per sé tutte le persone stese a terra nelle strade di Gaza
Oggi non avviserò della mia morte in 140 caratteri per il vostro Twitter
I miei morti non sono il vostro maledetto status su Facebook
I miei morti non sono lì per essere ammassati in un’infografica che condividerete oggi
E poi dimenticherete
Ma noi stiamo resistendo
Se le mie parole potessero fermare tutto questo
creerei un ritmo più forte di questo battito troppo familiare
imparerei il testo di ogni canto di libertà
e lo scriverei su ogni edificio ancora in piedi a Gaza
Ma io posso offrirti soltanto questo silenzio e una poesia
e dirti di non preoccuparti
Noi stiamo ancora resistendo