le tre ghinee, di Virginia Woolf, recensione di Valeria Vite

Le tre ghinee di Virginia Woolf è un saggio dallo stile semplice e immediato ma dai contenuti densi e importanti, che mostra lo stretto legame tra patriarcato e dittatura fascista (e nazista) e guerre. L’opera viene pubblicata nel 1939, quando la Seconda guerra mondiale bussava alle porte e le associazioni antifasciste cercavano invano di far sentire la propria voce.
Virginia Woolf immagina di rispondere a tre missive con cui si chiede rispettivamente una donazione contro il fascismo, per ricostruire un’università femminile e per sostenere le donne che praticano una libera professione. L’autrice, per quanto riguarda la prima lettera, sottolinea quanto sia singolare che un uomo chieda aiuto ad una donna. Virginia dona una ghinea a ciascuna causa, ma non prima di aver riflettuto sull’importanza dello scopo dei tre mittenti e su come costoro devono impiegare il denaro ricevuto.
Il male prodotto dalla guerra sarebbe testimoniato con maggiore efficacia dalle fotografie di cadaveri e macerie, che producono nell’osservatore un forte impatto emotivo. Eppure i maschi si esaltano per la guerra, un fascino di cui le “sorelle” donne sarebbero immuni. Conferendo maggiore autonomia e prestigio all’altra metà del cielo costruendo scuole e concedendo a tutte l’accesso alle libere professioni, si conferirebbe potere a coloro che per natura si oppongono alla guerra, in quanto femminismo e pacifismo sarebbero strettamente collegati. Università e posti di lavoro tuttavia dovrebbero essere a misura di donna, perché maschi e femmine sono geneticamente diversi.
Rispetto a Una stanza tutta per sé, il saggio è meno narrativo e dunque più impegnativo, ma non per questo meno importante e appassionante; le due opere hanno in comune soprattutto la critica agli ambienti maschilisti di Oxford, Cambridge e di altre secolari università maschili, inoltre l’autrice non manca di sottolineare la disparità tra uomo e donna nell’educazione ricevuta e nelle opportunità che incontrano nei rispettivi cammini.
Il saggio è estremamente attuale e colpisce per la genuinità con cui Virginia Woolf cerca invano di opporsi ad un’inevitabile guerra mondiale e per la razionalità e la limpidezza dei suoi ragionamenti. La penna e le idee dell’autrice colpiscono e tracciano un raffinato quadro della condizione della donna all’inizio del secolo scorso.