l’isola del tesoro, di R. L. Stevenson, recensione di Valeria Vite

“L’isola del tesoro” di Steveson, un gioiello non solo per piccini.
L’isola del tesoro di Stevenson è indubbiamente un romanzo per ragazzi, nato negli anni d’oro del genere: le più antiche opere per piccoli si erano affermate nella prima metà dell’Ottocento, il capolavoro di Stevenson (1883) invece è innovativo perché coniuga il già sperimentato scopo educativo all’intrattenimento, definendo i tratti definitivi del genere.
Anche la genesi del romanzo strizza l’occhio ai più giovani, infatti Steveson si ispira ad una mappa del tesoro giocattolo disegnata dal figliastro Lloyd. L’opera è inoltre pensata per essere pubblicata a puntate su una rivista per ragazzi, la Young Folks.
Nonostante ciò, le avventure di Jim Hawkins riescono a conquistare anche un pubblico adulto, soprattutto coloro che hanno apprezzato l’opera da piccoli e desiderano fare un tuffo nel passato.
Il protagonista Jim Hawkins è un adolescente dalle straordinarie risorse e intraprendenza, favorendo l’identificazione dei ragazzi nei suoi confronti. Il personaggio tuttavia compie un percorso di maturazione attraverso scelte cruciali per lo scioglimento della narrazione, in modo tale che il racconto possa essere considerato non solo un romanzo d’avventura, ma anche una storia di formazione interessante per i lettori esperti. Jim infatti si emancipa dagli adulti in una sorta di percorso iniziatico alla vita, diventando una persona autonoma.
Nel romanzo, differentemente da quanto capita nelle storie d’avventura, non è presente una manicheistica divisione tra bene e male in quanto il personaggio di Long John Silver è alquanto ambiguo: pur essendo uno spietato e sanguinario filibustiere, si pone come padre nei confronti di Jim e cambia più volte bandiera, schierandosi ora con i pirati ora con la ciurma dei buoni. Il lettore adulto si diverte ad analizzare tale personaggio, a sondare la sua psicologia per comprendere ciò che muove le sue azioni. Silver forse sta dalla parte di se stesso e proprio per questo è inafferrabile.
La presenza di elementi tipici della narrativa d’avventura giovanile – il viaggio, i pirati, la caccia al tesoro – e l’adozione di uno stile accattivante per i giovani lettori in quanto semplice, diretto e adrenalinico attirano anche gli adulti e sono affiancati temi graditi dai più grandi come la riflessione sul coraggio e il tradimento.
Per queste ragioni, l’opera appartiene ai classici della letteratura universale, infatti sono presenti in libreria edizioni rivolte ad ogni età.