il desiderio di comunicare al di là delle barriere, riflessione autoreferenziale di Isotta Monteverde

In occasione della Giornata delle persone Non Verbali, ho ripensato alla mia esperienza, ormai lontana, come docente di sostegno specializzata con indirizzo specifico nell’ apprendimento dei bambini audiolesi.

In particolare ho ripensato all’ esperienza avuta con un bimbo non verbale grave.

Questo bimbo non riusciva a comunicare in alcun modo con i compagni di classe, né a giocare con loro, nonostante tutti i loro sforzi per coinvolgerlo nella vita della classe; questo fatto rattristava molto questi bambini meravigliosi….

Decisi cosi di proporre ai bambini della classe un laboratorio sperimentale sulla comunicazione attraverso l’ uso del Metodo Verbo Tonale di Peter Guberina che è basato sull’ utilizzo del corpo per imparare a parlare.

Fu un successo. I bambini si divertirono molto, compreso il bimbo non verbale.

Rimasi veramente colpita dalla collaborazione e determinazione di questi bambini di cinque anni che volevano assolutamente che il loro compagnetto fosse felice come loro, che potesse giocare e divertirsi con loro.

Dopo alcuni mesi durante i quali tutti i pomeriggi con costanza ripetevamo insieme gli stessi giochi corporei improvvisamente il bimbo non verbale, per la gioia dei suoi compagni pronunciò la sua prima stentata parola: PA-PA…PAPA’

La gioia dei bambini fu incontenibile.

“ Maestra….ma parla….parla!”

Tutti si misero ad applaudire il loro compagno e ad abbracciarlo.

E la felicità della mamma nel sentirsi chiamare mamma non la dimenticherò mai….

Questa esperienza di integrazione vera mi ha fatto capire quanto sia importante accogliere ogni tipo di comunicazione, verbale, non verbale aumentativa che sia. E come il desiderio sincero di accogliere l’ Altro, chiunque esso sia, possa superare ogni barriera comunicativa.