Non sappiamo più ascoltare, riflessione di Isotta Monteverde per la giornata della psicologia

 

immagina tratta da Sapere di Più

Non c’è sofferenza più grande che portare dentro di sé una storia non raccontata’ (Maya Angelou)

In occasione della giornata mondiale della psicologia ho ripensato ai diversi casi di suicidio di ragazzi accaduti in questi ultimi mesi.

Mi sono chiesta cosa posso fare io, mamma di un ragazzo adolescente ed insegnante.

Ritengo che ciò di cui hanno maggiormente bisogno i nostri ragazzi così come ogni persona che incontriamo ogni giorno sia l’Ascolto.

Ma cosa significa realmente ascoltare l’Altro?

L’ Ascolto Attivo, quello vero, è dare tutta la nostra attenzione alla persona che abbiamo di fronte, a ciò che ci sta portando in quel momento, senza alcuna distrazione.

Siamo lì con l’Altro, e per l’Altro, sospendendo ogni forma di giudizio ma aprendoci completamente all’ Ascolto.

Questo non significa, ovviamente, approvare in toto ciò che ci viene portato dall’ altra persona, se questo è contrario alla nostra morale ed ai nostri principi di vita ma semplicemente  mettersi in una posizione di ascolto.

Far comprendere all’ altro che ci siamo, che stiamo ascoltando ciò che ci viene detto e che anche se non lo approviamo ciò non incide sull‘accogliere comunque la persona che ci sta parlando.

Durante la scuola triennale di counseling che ho frequentato a Genova ho avuto la rara opportunità di poter imparare dai miei meravigliosi ed indimenticabili compagni di corso, in prevalenza sacerdoti, frati e suore, il valore del Silenzio, dell’esperienza del Deserto dell’Anima.

In una società dove tutti corrono senza sapere dove, e dove domina il rumore di qualsiasi tipo, un’esperienza così per me è stata indimenticabile.

Perché davanti al dolore profondo, all’angoscia che spesso i nostri ragazzi adolescenti, ma comunque ogni persona che possiamo incontrare nelle nostre frenetiche giornate, a volte non servono le parole….

A volte è necessario rimanere in silenzio, condividere il dolore dell’Altro in Silenzio, mandare il messaggio muto all’altra persona “Io comunque ci sono. Sono qui con te. Insieme ce la faremo”.