accadde…oggi: nel 1921 nasce Erminia Romano, di Filippo Senatore

Erminia Romano, direttrice d’orchestra oltre le porte chiuse

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Fu una delle più importanti direttrici d’orchestra del Novecento, in Italia e non solo. Si tratta di Erminia Romano (1921-1987), che fin dall’esordio nel 1955 a Napoli con l’Orchestra da Camera Alessandro Scarlatti, visse una carriera di grandi successi. Ma anche di grandi difficoltà in un mondo dominato da figure maschili.

La sua vita è stata rievocata qualche tempo fa in un libro. Porte Chiuse – Lettera ai genitori. Erminia Romano – Tonino Tatò 1921-2021 (Maurizio Vetri editore) dalla figlia, Giovanna Tatò, giornalista e inviata speciale RAI. Un racconto che intreccia la memoria privata con la storia del Novecento italiano, offrendo una riflessione su temi come la parità di genere, l’etica pubblica e la cultura come motore di cambiamento. Il papà di Giovanna, Antonio Tatò, partigiano, intellettuale, sindacalista, fu stretto collaboratore di Enrico Berlinguer. Figura centrale del Pci è stato definito “l’ombra di Enrico” per la sua discrezione e il rigore morale. Nata nel 1921 a Roma, Erminia nel 1943 si stava perfezionando in pianoforte e composizione con il celebre compositore Alfredo Casella quando interruppe gli studi musicali per entrare nella Resistenza partigiana. Durante l’attività clandestina conobbe un amico di suo fratello Vincenzo, Antonio, che aveva chiesto di rifugiarsi in casa Romano per sfuggire ai fascisti. E sbocciò l’amore.

Seguì il matrimonio inizialmente contrastato dai famigliari, nel 1944, poi la nascita di quattro figli, primogenita Giovanna. Nei primi anni la famiglia attraversò un momento economico difficile, tanto che Erminia fu costretta a vendere il suo pianoforte a coda. Ma lei tenne duro e dal 1953 al 1955 seguì i corsi di perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena con il maestro olandese Paul van Kempen che riconobbe in lei la migliore allieva nel dirigere La Quinta di Beethoven. Fu poi nel 1958 la prima donna diplomata in direzione d’orchestra all’Accademia di Santa Cecilia di Roma in un’epoca in cui quel podio era riservato agli uomini. Di coraggio Erminia Romano ne ebbe sempre molto, vincendo spesso la diffidenza dei musicisti maschi, ad esempio del direttore Franco Ferrara contrario alla sua carriera e del pianista Arturo Benedetti Michelangeli che rifiutò la sua direzione d’orchestra in un concerto già programmato. Ci furono molte porte chiuse, come ricorda la figlia Giovanna, ma grazie alla sua tenacia Erminia ottenne la direzione dell’orchestra di Santa Cecilia e  dell’orchestra RAI di Milano. Un quotidiano tedesco di Jena consacrò il successo europeo di Erminia il 30 ottobre 1965. Lei diresse uno dei maggiori pianisti del Novecento, Dino Ciani, in un memorabile concerto romano alla basilica di Massenzio. Il critico dell’Unità Erasmo Valente scrisse: «Intensa poi la partecipazione della Romano protesa nel concerto di Chopin nel ricercare e sottolineare con intelligenza i valori strumentali della giovanile partitura. Un impegno totale al quale si è affiancato quello del giovanissimo Dino Ciani emerso alla ribalta internazionale».

Nella molteplice attività musicale Erminia Romano non trascurò la saggistica. Un suo scritto è dedicato al ricordo del direttore d’orchestra novarese Guido Cantelli. Riportiamo un frammento del suo saggio: «A dieci anni dalla sua morte, avvenuta all’aeroporto di Orly il 24 novembre 1956, proprio nel momento in cui aveva raggiunto l’apice della sua carriera con la nomina a Direttore stabile e artistico del Teatro alla Scala, scrivere su Guido Cantelli, superando ogni senso di commozione viva per la perdita umana di un amico fraterno e di un collega generoso e altruista, significa tentare di dare una collocazione della sua esperienza artistica e umana, nei suoi significati più profondi sia sul piano specifico dell’arte che nel contesto storico e culturale che gli sono propri: gli anni sconvolti dell’ultimo dopoguerra». Erminia Romano insegnò per anni al conservatorio di Santa Cecilia e all’Università di Salerno con grande fatica per ottenere conferme annuali inizialmente precarie dovute alla sua condizione di donna. Si dedicò alla scoperta di musiciste del Seicento, come Barbara Strozzi, ma fu anche promotrice della musica femminile del Novecento. Memorabile il concerto Le Compositrici Contemporanee, da lei ideato, andato in onda il 6 marzo 1966 sul secondo canale della RAI con la partecipazione, come solista, di Marcella Crudeli, divenuta poi una pianista di fama internazionale.

Erminia Romano dirige l’orchestra con il contributo del flautista Severino Gazzelloni

Erminia Romano in quella occasione diresse musiche composte da Sandra Caratelli Surace, Giulia Recli, Claude Arrieu e Norma Beecroft. La scelta del repertorio della musica poco eseguita o inedita è stata per lei una missione divulgativa al servizio del pubblico. La sua naturale predisposizione di bambina prodigio non le bastava: cercò nell’età adulta di rompere gli steccati di discriminazione di genere, riuscendo a raggiungere traguardi inaspettati. Erminia morì improvvisamente nel pieno della sua intensa attività il 27 maggio del 1987. La figlia Giovanna ricorda la ferrea volontà di studio e le ore di lavoro intenso. Rinunciò a tante cose, senza trascurare le tenerezze ai figli, pur di andare oltre le porte chiuse