lo scrittore assassinato, di Miranda James, recensione di Antonella Sacco

Lo scrittore assassinato – Miranda James * Impressioni di lettura
(Titolo originale “File M for Murder”, trad. Gabriella Ceccarelli; originale pubblicato nel 2012; edizione italiana da me letta Leggereditore, 2025)
Ecco un nuovo problema per il bibliotecario Charlie e il gatto Diesel, sempre più empatico e sempre più protagonista…
Questa volta è Laura, la figlia di Charlie, a trovarsi coinvolta in un omicidio, quello di Connor Lawton, uno scrittore e drammaturgo suo amico e anche suo ex fidanzato. Laura, che risiede a Holliwood dove lavora come attrice, è giunta ad Athena, dove vivono il padre e il fratello, perché per sei mesi insegnerà recitazione e con i suoi allievi metterà in scena un dramma di Connor Lawton; è stato proprio lui a procurarle quel lavoro.
Lo scrittore non è molto amato, perché ha un modo arrogante e prepotente di comportarsi con gli altri. Forse è per quello che qualcuno lo ha ucciso? Oppure potrebbe essersi suicidato…?
Charlie cerca di scoprire informazioni e dettagli che possano aiutare la vice sceriffa Kanesha Berry a trovare il colpevole, anche perché è spinto da un motivo personale: scagionare la figlia da ogni possibile sospetto.
Al di là della vicenda gialla, di cui non parlo più per non svelare troppo, il romanzo è piacevole per le interazioni tra i vari personaggi, narrate in modo garbato e abbastanza intrigante. Come ho scritto sopra, il gatto Diesel è spesso in scena, aia quando offre conforto a chi ne ha bisogno, sia quando mostra la sua avversione per qualcuno, sia quando cerca a sua volta rassicurazioni… e non solo. E con i suoi quindici chili è davvero un gigante di simpatia.
In sintesi: una lettura tranquilla e gradevole, come gli altri due romanzi della serie.
Da sottolineare, almeno per quanto mi riguarda, due punti in cui viene citata
Georgette Heyer: una prima volta quando Charlie ammette con una vecchia amica di leggere volentieri, di quando in quando, i suoi romanzi storici e la seconda quando inizia a rileggere “Sophy la grande”, il mio prediletto della Heyer, affermando che è una sua abitudine immergersi nei suoi libri preferiti quando si sente stressato.