Miss Bee e il fantasma dell’ambasciata, di Alessia Gazzola, recensione di Antonella Sacco

Miss Bee e il fantasma dell’ambasciata – Alessia Gazzola

(edizione da me letta Longanesi, 2025)

Dunque, ho letto anche il terzo romanzo della serie (al momento composta di quattro storie) che ha come protagonista Beatrice Bernabò, ovvero Miss Bee, la giovane italiana che abita a Londra con il padre Leonida e le due sorelle (Clara, la sorella maggiore, sposata con Mr Hugh Blunt, e Lucilla, di nove anni).

Anche questo è più che altro un romanzo rosa dalle sfumature gialle, in cui Miss Bee si trova implicata in varie faccende e in qualche guaio.

La vicenda inizia Londra, nel marzo 1925. Beatrice lavora come impiegata all’ambasciata italiana, assunta perché il console è amico di Leonida. A lei quel lavoro non piace, preferirebbe poter stare nella sua soffitta a costruire paralumi, ma il padre ha voluto così, soprattutto perché la sua condotta, non sempre impeccabile, non è gradita al console, e da questi dipende la possibilità per la famiglia di rimanere a Londra.

Si scopre che una leggenda racconta che all’ambasciata vi sia un fantasma e, dopo poco, strani rumori ed eventi iniziano ad accadere; spesso a farne le spese è la moglie del console. La situazione si complica ulteriormente quando torna a Londra dall’Italia il figlio del console con la fidanzata e la madre di lei, mentre un giovane medico, aspirante psicanalista e non sostenitore del regime fascista, di cui Leonida è il padrino, viene ospitato a casa della famiglia Bernabò. Anche per questo, Leonida è sempre più preoccupato per un possibile obbligo a tornare in Italia ma anche deciso a non accettare altri compromessi per restare a Londra.

Beatrice più di una volta si trova a chiedere aiuto all’ispettore capo di Scotland Yard, Archer Blackburn, con cui ha stretto un’amicizia durante le vicende dei mesi precedenti (narrate negli altri due libri), per indagare su alcuni eventi che accadono.

Il romanzo finisce con un colpo di scena (non completamente imprevedibile) e si aprono nuovi possibili scenari per più di un personaggio, tenendo così viva la curiosità di scoprire cos’altro succederà. Il racconto è piacevole e la protagonista è, a mio parere, decisamente più simpatica di quella della serie de “L’allieva” e di ”Costanza”.