La parola ai giurati, recensione di Fausta Spazzacampagna

Colpevole. Colpevole. Colpevole. Colpevole. Colpevole. Colpevole. Colpevole. Colpevole. Colpevole. Innocente. Colpevole

Dodici giurati per un verdetto di colpevolezza che riguarda un diciottenne di New York accusato di aver ucciso il padre, con prove che sembrano schiaccianti, compreso un testimone oculare. Un verdetto che – in caso di colpevolezza – porterà il ragazzo sulla sedia elettrica. Dodici giurati chiusi in una stanza – dalla quale possono uscire solo con un verdetto unanime – convinti della colpevolezza del ragazzo, tanto da essere sicuri che il loro lavoro si concluderà in pochissimo tempo……ma uno di loro ha un ragionevole dubbio. Nelle accese discussioni, negli scontri verbali che quasi rasentano lo scontro fisico, viene fuori il difficile vissuto di ognuno di loro, il dramma interiore che condiziona la loro scelta, ma  sulla base del suo ragionevole dubbio, con eloquenza e passione, con ragionamenti di estremo rigore, quest’unico innocentista riesce ad incrinare le certezze degli altri giurati, uno ad uno. Dodici grandissimi attori: Marco Conte, Gaia Nanni, Eleonora Cappelletti, Gianni Andrei, Moreno Pini, Manuelita Baylon, Remo Masini, Silvia Moneti, Henry Bartolini, Stefano Parigi, Riccardo Bono, Renato Fabiani (così nella locandina), tutti perfetti nei loro difficili ruoli, con una recitazione forte e perfettamente calibrata, in cui non solo le parole ma anche i gesti e le espressioni del viso,  così aderenti al carattere di ogni  personaggio, fanno sì che di ognuno sia visibile il cambiamento interiore. Tutto crea una storia sempre tesa e avvincente che lascia il pubblico col fiato sospeso fino ala fine.

Ho lasciato per ultimo Paolo Santangelo. Sulla scena è colui che in base al suo ragionevole dubbio mette in moto tutta l’architettura del dramma, ma è anche lo splendido regista di un lavoro che, svolgendosi tutto all’interno della camera di giudizio, non ha nulla che possa variare la scena: invece con alcuni cambiamenti di luce, con pochi significativi rumori, con gli spostamenti degli attori ha sottolineato con grande forza i cambiamenti del pensiero dei giurati – un esempio, per me particolarmente coinvolgente, l’alzarsi e girare le spalle di ogni giurato all’ultimo doloroso sfogo del dodicesimo giurato fino alla sua sofferta ammissione: innocente!

Meritatissimi gli applausi convinti al termine dello spettacolo