All’uscita, di Luigi Pirandello al teatro Le Laudi, recensione di Daniela Domenici
Ieri sera secondo spettacolo del nuovo cartellone del teatro Le Laudi; in scaletta “All’uscita”, un breve atto unico che Pirandello scrisse nel 1916 e che sembrava destinato, nonostante la forma drammatica, alla narrativa, Fu rappresentato infatti per la prima volta soltanto nel 1922.
La compagnia “Prosa lazzi musica” ha scelto di metterlo in scena e per ovviare alla brevità del testo ha immaginato di arricchirlo con brani musicali suonati dal vivo sul palco che hanno avuto quasi la stessa durata della parte recitata e l’hanno trasformato, permettetemi il neologismo, in un “prosaconcerto”, una forma di spettacolo un po’ diversa dal solito.
In breve la sinossi dell’opera: Pirandello immagina l’incontro, fuori da un cimitero, di alcuni morti che, lasciato nella tomba il loro ormai inutile corpo, prima di scomparire del tutto, rimangono ancora per un po’ nell’apparenza che ebbero. A tenerli legati in qualche modo alla vita è un sentimento, un desiderio, la ricerca di una risposta. Così l’uomo grasso, interpretato da Antonio Rugani, regista dello spettacolo, aspetta la morte della moglie adultera mentre il filosofo attende ancora di dare una risposta convincente ai suoi mille perché. La moglie, l’attrice Letizia Cartei, irrompe stravolta e scarmigliata: è stata uccisa dal suo amante e ride “come una pazza”; si placa solo alla vista di un bambino che mangia una melagrana, simbolo di fertilità, e il suo riso doloroso diventa allora un pianto sommesso. Vicino al cimitero passano tre persone che non parlano, un contadino, una contadina e una bambina: sono vivi ma forse non poi tanto diversi, secondo Pirandello, dai morti. Il filosofo, interpretato da Pier Luigi Mencarelli, continua a interrogarsi e a ricercare una valida risposta all’enigma dell’esistenza e conclude: “Ho paura che solo noi resteremo sempre qua: pensiero, arte, musica, evanescenti mimèsi della vita.”
Come detto in precedenza a guisa di introduzione al racconto breve di Pirandello sono state eseguiti i seguenti brani: di Camille Saint-Saens La morte del cigno, di Claude Bolling Affettueuse, di Eric Satie Je te veux e, come conclusione, di Claude Debussy la sonata per flauto, viola ed arpa. L’ensemble musicale era composta da Pierluigi Mencarelli, primo flauto, Alfredo Benedetti, prima viola e Susanna Bertuccioli prima arpa, tutti del Maggio Musicale Fiorentino.

Tema difficile, molto ricco di temi esistenziali e filosofici, proprio come tutta l’opera pirandelliana.
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