“Dieci donne straordinarie in campi dominati dagli uomini” di Max Miller, da me tradotto e rielaborato
Ne traduco due alla volta per farla apprezzare al meglio, ecco le prime due:
Irina Krush (Maestra di scacchi): a differenza della maggior parte delle gare competitive gli scacchi permettono alle donne di competere accanto agli uomini, tuttavia una donna non ha mai vinto un campionato mondiale di scacchi. Infatti solo una donna, Judit Polgar, è riuscita a entrare tra le top 10 nelle classifiche mondiali di scacchi. Big Think ha parlato recentemente con Irina Krush che all’età di 14 anni divenne la più giovane campionessa americana e ci ha dichiarato che gli scacchi richiedono caratteristiche maschili che la maggior parte delle donne non possiedono naturalmente.
“Gli scacchi sono un gioco molto solitario” dice “Penso che le donne o le ragazze quando stanno crescendo siano animali più sociali; preferiscono fare le cose in gruppi”. Sottolinea anche tratti come la competitività e il pensiero analitico che sono cruciali per il successo negli scacchi ma che sono più comunemente associati agli uomini. “Una donna per avere successo negli scacchi deve fondamentalmente sviluppare in se stessa qualità più maschili di quante le sarebbero necessarie se fosse coinvolta in un’altra professione” afferma la Krush.
2. Annie Duke (campionessa di poker): delle 38 “inductees” ai mondiali di Poker Hall of Fame c’è una sola donna. La verità è che le donne fronteggiano ancora discriminazioni nel mondo del poker ma possono usarle a loro vantaggio, dichiara la campionessa di poker Annie Duke a Big Think. La Duke ha vinto il torneo dei campioni di poker nel 2004 (con un premio considerevole di 2 milioni di dollari) ma è ancora tratta in modo inappropriato da molti competitori. “Ricordo una volta che ho vinto una mano e lui mi ha guardato e mi ha chiamato “frigida cagna”. Altri uomini, perdendo del denaro contro di lei, hanno tentato di asserire la loro maschilità rendendola un oggetto “Sono stata realmente, apertamente e disgustosamente colpita al tavolo” racconta. Ma questi insulti e queste avances non turbano la Duke; al contrario lei li usa per ingannare i suoi oppositori. “Gli uomini hanno poca voglia di cambiare le loro idee su chi tu sia come persona perché gli stereotipi che gli uomini hanno sulle donne e sulle loro reazioni emozionali sono stati costruiti in loro sin quando erano neonati”. E per un gioco come il poker dove il giocatore deve costantemente aggiornare le informazioni che lei o lui sa degli altri giocatori, questo può voler dire un disastro.

