Janet Jagan, la prima presidente donna della Guyana, di Dan Fastenberg, da me tradotto e rielaborato

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Per Janet Jagan, nata a Chicago, le vibranti lotte per il lavoro a metà del 20esimo secolo nella sua nazione non erano sufficienti. Dopo essersi innamorata di Cheddi Jagan, uno studente odontoiatra della Guyana Jagan seguì il futuro marito, con gli scritti di Lenin nelle mani, nella sua terra natale nel 1943. Dopo aver creato un ambulatorio di assistenza dentale lei si mise sul cammino che l’avrebbe portata a diventare la prima presidente donna della Guyana. Nel 1946 lei e suo marito fondarono il Partito Progressista del Popolo che cercava di promuovere gli dieali marxisti così come la decolonizzazione dalla Gran Bretagna. Alla fine degli anni 40 i Jagan furono ispiratori di scioperi dei lavoratori domestici in quella che allora si chiamava Guyana Britannica. Il movimento provocò le ire del Primo Ministro britannico Winston Churchill che mise i Jagan in prigione. Ma Janet dimostrò di essere una sopravvissuta politica rimanendo nel gioco nonostante vari tentativi di espellerla dai posti di comando. Una campagna p.r. non politica che cantava le lodi della rivoluzione cubana negli anni 60 attrasse l’attenzione di John F. Kennedy che a sua volta si rivolse alle unioni del lavoro della Guyana. Relegata ai margini dopo che un governo di sinistra aveva perso negli anni 60 Jagan divenne l’editrice del “Mirror newspaper”. Nel momento in cui fu eletta presidente nel 1997 la nazione aveva ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna per cui aveva combattuto e aveva nazionalizzato molta della sua economia.

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