“Elementalia”, silloge poetica di Beatrice Bausi Busi, recensione di Daniela Domenici
Sono così tante le caratteristiche che mi hanno colpito in questa silloge che non so da quale iniziare…
Cominciamo allora dal titolo che provoca subito una domanda: che vuol dire? Cosa sono gli elementalia? È un neologismo creato ad hoc dall’autrice?
A me, a percezione epidermica, è sembrato subito un plurale neutro della seconda declinazione latina; per saperne di più sono andata a documentarmi e ho scoperto cosa sono gli “elementali”: “Un elementale è una creatura leggendaria. La parola è un aggettivo nato nell’ambito teosofico indicante la peculiare caratteristica di tale creatura di essere costituita da uno solo dei quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco. Per estensione, elementale è passato da aggettivo a sostantivo, così da indicare direttamente il tipo di creatura, e non solo la sua natura.”; e più oltre trovo scritto: “Ogni elementale ha un suo simbolo…un proprio Angelo, Arcangelo e Governante…e un proprio colore particolare.”
Ecco allora spiegata la seconda caratteristica che mi ha colpito: i colori con cui Beatrice ha voluto arricchire questa sua silloge sin dalla copertina in cui le parole sono scritte con i quattro colori degli elementalia in un modo che sembra casuale ma non lo è; anche i cinque capitoli in cui è suddivisa, i primi quattro dedicati ognuno a un elemento e il quinto che li riassume tutti sono stati stampati nel colore che caratterizza ogni elementale: Aria in viola, Acqua in azzurro, Terra in marrone, Rosso bordeaux il Fuoco. E nel quinto e conclusivo ogni poesia è stampata nel colore dell’elementale di riferimento in un melange cromatico straordinario, il titolo del capitolo è in verde e recita “sentire gli elementali”.
Terza caratteristica che mi ha colpito e che sono quasi sicura non sia casuale (chiederò lumi in proposito all’autrice…) è il numero delle poesie in ogni capitolo, è come se fosse una successione direi quasi “fibonacciana”, permettetemi la citazione: 15 – 12 – 15 – 12 – 15, ci sarà quasi certamente un significato recondito…
Ogni poesia è poi stampata in modo assolutamente vario dal punto di vista dell’interlinea, per esempio, o delle maiuscole; e una tra loro, nel capitolo dell’elementale “terra” ha colpito la mia attenzione perché sembra come una donna incinta vista di profilo, non saprei come spiegarvelo meglio (anche su questa mia illazione chiederò all’autrice…), provo a scriverla qui per intero così com’è stampata, vediamo se anche a voi dà la stessa impressione visiva…
Dura e crepata
soffice e odorosa
d’humus traboccante
sterile e incolta
Terra
Su cui ogni vita
posa i propri passi,
in cui creature accudenti
dall’amorose filiformi braccia
curano ogni grumo, seme, stelo
sangue di linfa per ogni creatura
biondo riflesso di sole sui viventi
…perdona i nostri vani propositi,
gli errori
e nuovamente insegnaci
con eterna pazienza
a perpetuare
il ciclo vitale per NOI tutti.
…….
Concludo con la dedica iniziale e il ringraziamento finale che danno la misura della profonda fede dell’autrice:
“Dedicato/ ai potenti o lievi elementi e/ ai non visti ma percettibili amici/ che si occupano di ciò/ che, dall’alba dei tempi, ci è stato affidato/ perché ne avessimo cura…”
e “Ringrazio con devozione Dio, da cui tutto promana/e la Misericordia, l’Amore/la Compassione, l’Empatia/ che, profuse su tutte le sue creature, consentono/ coincidenze, vibrazioni, sensazioni/ che portano/ al Sentire”: grazie, Beatrice, per averci fatto conoscere i tuoi “elementalia”.

La nostra Madre, la prima, unica, importante Madre, che ci nutre e ci cura, come ogni filo d’erba, ogni più piccola margherita, affidata al cielo per il suo ciclo vitale. E noi la calpestiamo, anche metaforicamente, come fa intuire l’Autrice, che tenta di recuperare questo rapporto “carnale”. Bella !
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grazie 🙂
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