“Robert Capa a Lucca”, reportage di Daniela Domenici
Quando il mio formidabile collega di italiano mi ha proposto, con un tempismo assolutamente impensabile, già il primo giorno di scuola di andare con lui e la “nostra” classe terza a Lucca in gita d’istruzione per visitare la mostra dedicata a Robert Capa ho detto immediatamente sì.
E sono felice di averlo fatto perché è stata una giornata arricchente da molti punti di vista: innanzitutto perché abbiamo potuto ammirare scorci della città, soprattutto le numerosissime chiese, camminando a piedi tra le stradine all’interno delle mura verso il museo dove abbiamo potuto poi usufruire della visita guidata sulla mostra dedicata a Capa che è stata, per la sottoscritta, un’emozione continua sia per la possibilità di poter ammirare da vicino le tante e celebri fotografie studiate o viste sui giornali sia per la spiegazione dettagliata, esauriente e piena di passione di Antonio.
Credo che ciò che ha più colpito le nostre allieve e allievi sia stata la narrazione, sempre attraverso le fotografie di Capa, della sua storia d’amore con Gerda Taro (entrambi con nomi diversi da quelli di nascita), della passione per la fotografia che li ha accomunati così come la morte violenta e drammatica che li ha colpiti ancora giovani entrambi su fronti di guerra.
Per chi come la sottoscritta conosce e ama profondamente la storia, soprattutto quella contemporanea, la mostra su Robert Capa è stata un viaggio, attraverso le sue immagini, dall’Indocina all’Unione Sovietica, dallo sbarco in Sicilia e quello in Normandia (di cui è stato l’unico reporter). Bellissime anche le foto di personaggi celebri e suoi amici come Hemingway e Picasso; splendida quella dedicata a Ingrid Bergman che, ci ha detto Antonio come notizia di cronaca, si innamorò di lui.
Ringrazio il collega che mi ha fatto questo regalo e mi auguro che anche le nostre ragazze e i nostri ragazzi si siano un po’ emozionati.
