Brano tratto da “Nuvole che corrono”, libro, ancora inedito, di Santina Gullotto

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E torna ancora la neve sul vulcano in fiamme, l’Etna è sempre pronta a sbuffare fuoco e fumo inorridita di tutta l’ingiustizia che ogni giorno si consuma sotto il sole; guarda i suoi figli, sudati e stanchi di cercare un lavoro, quelli che per non lasciarla si accontentano di tentare ancora di trovarlo qui. E indifferenti passano le nuvole, non possono far altro che guardare i figli dell’Etna combattere una delle guerre che non ha eguali.

Rimanere qui sui suoi fianchi, è  apparentemente  una chimera ma per chi tiene alla propria terra è il sogno più grande che possa avere con la dignità che vive in ogni cuore, pieno di fuoco di questo vulcano che perennemente si consuma un po’ arrabbiato, un po’ meno. Con il nero delle sue rocce appena spente, col bianco candido della neve che al sole brilla la mattina, col l’intenso verde dei suoi fianchi un giorno dietro l’altro ti cattura e non ti permette di andare via; e legato a lei per sempre resterai e non te ne pentirai, e qui resteranno ancora, tutti coloro che le proprie radici non estirperanno mai.