Frances Marion, la più importante sceneggiatrice di Hollywood, di Erin Blackermore, da me tradotto e rielaborato

Frances Marion è stata una delle scrittrici più influenti degli albori di Hollywood. Pickford. Harlow. Valentino. Garbo. Una singola sceneggiatura della sceneggiatrice più pagata dei primi decenni di Hollywood poteva creare o interrompere qualunque delle loro carriere e per più di 20 anni quella sceneggiatrice è stata una donna, Frances Marion. Sebbene le donne incontrino troppe barriere come drammaturghe oggi – hanno scritto solo l’11% dei 250 film top del 2014, Marion è stata una delle scrittrici più influenti di Hollywood re il 1915 e la fine degli anni ’30. Ha aiutato a definire l’Età d’Oro di Hollywood e il linguaggio stesso del film.
Forse Frances Marion Owens era destinata a raggiungere la grandezza: dopo tutto era stata chiamata con il nome di un famoso eroe della guerra rivoluzionaria. Quando era giovane si dilettava nelle sfilate di moda e a recitare prima di lavorare come artista commerciale e corrispondente di guerra che alla fine le aprì la strada per Hollywood. I suoi looks “terrifically feminine” le avevano procurato il lavoro di attrice per il grande schermo ma lei era più interessata in ciò che accadeva dietro la macchina da presa. Divenne l’assistente di Lois Weber, la regista di più successo a Hollywood in quel tempo e iniziò a imparare ogni aspetto della produzione di un film.
Il mondo dello show business teatrale era un mondo maschile ma allora la fiorente Hollywood era diversa. Nell’era pre-studio le donne erano coinvolte in tutti i generi di attività sul set. Molti film non avevano alcuna sceneggiatura. Invece gli “scenari” informali agivano come una sorta di mappa stradale per i registi e gli/le attori/trici. Poiché la vita sul set era relativamente rilassata le donne potevano, e lo fecero, definire i propri ruoli ne nuovo mezzo. Loro dirigevano, producevano e mandavano in onda centinaia di film senza sonoro, più della metà di tutti i film senza sonoro si pensa che siano stati scritti da donne.
Le donne di Hollywood beneficiavano di strette amicizie femminili nell’industria e Marion non fece eccezione. Quando iniziò un’amicizia con la star del muto Mary Pickford la sua vita cambiò per sempre. La loro chimica era così forte che fu definita “combustione spontanea” da un’amica (o amico) e Pickford assunse Marion come sua sceneggiatrice esclusiva.
Marion costruì la sua reputazione da là. Alla metà degli anni ’20 lavorava per la MGM e guadagnava 3.000 dollari alla settimana, l’equivalente di 40.000 dei nostri giorni. Le persone iniziarono ad attribuire il successo della MGM alla prodezza delle sue sceneggiature. E Marion era semplicemente prolifica. Scrisse oltre 300 film e divenne nota per i suoi grandi adattamenti di film, scrivendo sia le scenografie che il testo in una carriera che ha spaziato dal cinema muto attraverso l’era dei talkie.
Marion sapeva come scrivere un film e veniva pagata per i suoi talenti.
Sebbene abbia vinto due Academy Awards per le sue sceneggiature di “The Big House” e “The Champ” Marion spingeva sempre per un maggiore controllo creativo. Fece risorgere, ad sola, la carriera di Marie Dressler, un’attrice che era stata licenziata perché anziana e irrilevante. e denunciò la pressione degli studio per censurare i suoi film.
Poi se ne andò. Era delusa dall’ambiente più strutturato e restrittivo che Hollywood stava diventando ella fine degli anni ’30 affermò che essere una sceneggiatrice era “come scrivere sulla sabbia con il vento che soffia”, una professione che non offriva alcun controllo creativo e poco credito per chiunque fosse mano di uno scrittore-produttore.
Oggi la donna che ha letteralmente scritto il libro sulle sceneggiature a Hollywood “How to Write and Sell Film Stories” del 1937 – era una delle prime guide del genere – non più nota. Gli anni sono trascorsi e le donne hanno perso l’equità nei guadagni e la rappresentatività nell’industria. Anche la fama di Marion è svanita. La donna che ha dato a Hollywood la sua voce può non essere ricordata oggi ma la sua eredità vive in ogni storia che viene portata sullo schermo.
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