“La linea del traguardo” di Paola Zannoner, recensione di Daniela Domenici

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Ancora un libro che mi chiama dagli scaffali della scuola media in cui insegno e che mi ha affascinato sia per lo stile che per la storia immaginata.

Partiamo dal primo: è stringato, sintetico “asciutto e rapido. Immagini che si susseguono veloci al ritmo di un videoclip” come leggo in quarta di copertina. E ancora “un romanzo che parla la lingua dei ragazzi” e lo fa in modo assolutamente perfetto facendo raccontare la storia, alternativamente, da Leo e da Viola, i due splendidi protagonisti, due adolescenti che “affrontano le sfide della vita con impegno e intelligenza”. Traggo ancora dalla quarta le seguenti parole che mi trovano pienamente concorde “una storia forte e commovente che con la lente d’ingrandimento dell’intelligenza e della sensibilità ci parla del dolore e del silenzio del corpo. Narra delle solitudini di ragazzi e adulti…” ma anche di tanto altro.

Bravissima Zannoner nel regalarci i pensieri e le emozioni di Leo e Viola ma anche della mamma di lei e dei genitori di lui, di Manlio e di Ruben sia grazie all’uso dei dialoghi dal ritmo velocissimo che della parte narrativa in cui alternano i flussi di coscienza dei due protagonisti.

Concludo con le commoventi parole finali dell’autrice “…sono un corpo che appartiene alla terra ma vibra nell’aria e sostiene lo sforzo della pesantezza mentre sfida la velocità, soffre per raggiungere quella linea di confine oltre la quale c’è quella fiammata di felicità per cui vale la pena di gareggiare di rischiare…”: grazie, Paola, per questa tua storia.