“Cielo distratto” di Tatiana Ros, recensione di Daniela Domenici

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Quadi cinque mesi dopo la mia prima recensione a una sua opera

https://danielaedintorni.com/2016/07/22/cuore-di-tela-di-tatiana-ros-recensione-di-daniela-domenici/

sono tornata a “trovarla” per vedere se mi sarebbe piaciuta ancora una volta e devo dire che Tatiana Ros non ha deluso le mie aspettative: il suo “Cielo distratto” dalla mole alquanto voluminosa, più di 400 pagine, è volato via tra sorrisi e commozione, tra splendide descrizioni paesaggistiche (tra cui la mia, e anche sua, Firenze) e caratterizzazione dei protagonisti principali sia grazie ai dialoghi perfettamente ad hoc che alla descrizione psicologica di ognuno di loro.

L’eroina di questo “Cielo distratto” è Linda, una trentenne umbra che, per dolorose vicende familiari, non riesce a fidarsi degli uomini e ad aprire quindi il suo cuore all’amore. Ha un’amica del cuore, Marina, che c’è sempre quando Linda ha bisogno di lei e Leonardo, colui che con immensa fatica, dopo alterne vicende, riuscirà a intaccare e a poi a scardinare, ma solo nelle ultime pagine, la corazza della formidabile protagonista che è anche un po’ la sua seppur per vissuti diversi. Intorno a loro ruotano molti altri coprotagonisti, da Marco, il fidanzato di Marina, a Giulio, l’amico fraterno, da Erica, l’amica poliziotta, a Fernando, l’uomo di fiducia di Leonardo e tanti/e altri/e ancora.

Tatiana, prima dei ringraziamenti finali, tiene a precisare cosa ci sia di reale e cosa di immaginato in questo suo libro e mi ha fatto venire il desiderio di visitare un giorno quel luogo magico, da lei così splendidamente descritto, nel quale si trova il bosco con l’eremo che tanta importanza avrà nel dipanarsi della conclusione della storia di Linda e Leonardo.