accadde…oggi: nel 1730 nasce Maria Angela Ardinghelli, di Miriam Focaccia

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Maria Angela Ardinghelli nacque nel 1730 a Napoli da nobile famiglia di origine fiorentina e studiò filosofia e scienze fisico-matematiche con gli scienziati più in vista della città, quali il fisico Pietro Della Torre e il matematico Vito Caravelli.

Come era d’obbligo per le donne aristocratiche dell’epoca, Maria Angela era una letterata, poeta e latinista apprezzata, oltre che esperta fisico-matematica. Fece parte del circolo del principe di Tarsia, fondato nel 1747, che, negli ambienti intellettuali napoletani, era quello maggiormente legato a Newton, alla fisica sperimentale e all’elettricità.

All’apertura della biblioteca del principe -un evento straordinario data la carenza delle biblioteche in città- nella quale erano state raccolte macchine fisiche, strumenti astronomici ed elettrici, si racconta che Maria Angela mentre eseguì, da brava aristocratica colta, un sonetto di saluto e di gioia, aderì pienamente alle finalità scientifiche dei laboratori annessi alla biblioteca mettendosi al servizio del metodo sperimentale, come si evince soprattutto dalle traduzioni delle opere di Hales, ove ella affermava esplicitamente «non c’è posto né per Cartesio né per Leibniz» [Ardinghelli, 1756].

Nel 1732 era stata istituita l’Accademia delle scienze grazie a Celestino Galiani che si adoperò due anni dopo per una moderna riforma universitaria che ampliava i confini della matematica, della fisica sperimentale, dell’anatomia. Furono questi i circoli in cui si formò Maria Angela, insieme alle altre scienziate napoletane della metà del Settecento.

Impegnandosi nella traduzione dei lavori di Hales -che fu il primo a portare avanti una serie programmata di esperimenti basata sulle proporzioni più esatte di numero, di peso e misura nell’investigare la natura, secondo un metodo tratto dall’Opticks di Newton e applicato non solo al regno animale ma anche alla fisiologia delle piante- l’Ardinghelli esprimeva, per un verso, il suo amore per lo sperimentalismo; per l’altro, mostrava le istanze riformatrici del cosmopolitismo di Napoli che aveva provveduto a far conoscere i resoconti di Hales.

Nonostante il tono modesto manifestato nella prefazione di entrambi i trattati, Maria Angela affrontava gli argomenti con un piglio scientifico altamente competente, tant’è che non ebbe alcun dubbio nel rifare i calcoli inesatti di Hales e di correggere gli errori commessi da Buffon che aveva curato l’edizione francese, per non parlare delle inesattezze nel campo delle misure commesse da De Sauvages nella Hemastatics.

Con piglio altrettanto deciso, Maria Angela difendeva il sistema elaborato da Hales sia a proposito della circolazione della linfa nei vegetali, sia nella disputa sull’elasticità dell’aria.

Emerge pertanto con tutta chiarezza come la traduzione, secondo Maria Angela, consistesse in una vera e propria impresa intellettuale intraprendente e innovatrice, dai connotati precisi e rigorosi, tale da cercar di rendere il risultato pari al testo originale se non “migliore”, secondo le modalità neoilluministiche anche napoletane nel voler produrre una nuova scienza libera da speculazione e da metafisica.

Fu in corrispondenza con autorevoli scienziati del suo tempo fra cui, per fare alcuni nomi, il matematico e astronomo Alexis Claude Clairaut e il fisico Jean-Antoine Nollet.

Pare che le lettere scambiate fra Nollet e Maria Angela fossero almeno settanta e riguardassero varie questioni “fisiche” quali l’aria, i venti, la folgore, il fluido elettrico, i vulcani e il Vesuvio. Fra i molteplici argomenti discussi spiccavano però quelli elettrici: non a caso nella prima delle lettere Nollet metteva al centro dell’attenzione «il sistema veramente nuovo e bizzarro di Franklin» [cit. in Nastasi, 1982, p. 252], mentre in altre due discusse con Maria Ardinghelli intorno allo sfregamento di globi di vetro e dunque della relazione fra il vetro e le reazioni che si possono trovare in natura.

Nella corrispondenza con Clairaut sembra invece che l’oggetto di discussione fosse l’utilizzo in matematica del metodo analitico o sintetico: Clairaut preferiva il primo, mentre Ardinghelli optava decisamente per la sintesi.

Maria Angela Ardinghelli morì nel 1825.