il regalo, di Loredana De Vita

Lo so, è un luogo comune parlare di regali in periodo natalizio.
Eppure, forse, è il perido giusto non per recitare la malinconica litania di quanto siamo bravi e buoni e belli ad aver pensato di fare un regalo, ma per pensare al valore reale di quel regalo che non si misura in costo e benefici, ma in gentilezza e amore gratuiti.
Tutto il resto si compra, ma la gentilezza e l’amore no. Tutto il resto chiede un ricambio, ma l’amore e la gentilezza no. Tutto il resto richiede affanno e scontento, ma l’amore e la gentilezza no.
Ecco, solo questo vorrei donare, amore e gentilezza, e lo stesso mi piacerebbe che qualcuno donasse a me.
Ogni regalo, anche i più costosi, hanno un retrogusto amaro: il sapore della dimenticanza; la gentilezza e l’amore, invece, lasciano per sempre il sapore dolce della tenerezza e della memoria.
Difatti, ricordiamo, o almeno io lo faccio, con gioia gesti gentili accaduti in tempi distanti e magari dimentichiamo i beni preziosi ricevuti per questa o quest’altra occasione a stento memorizzando chi ce li abbia regalati.
Perché c’è differenza tra dono e regalo!
Perché il regalo lo acquisti e lo consegni, il dono lo arricchisci del tuo bene e nel darlo offri una parte di te che è invisibile a chi non può coglierla e che, spesso, è un bene che non sappia cogliere.
La gioia del dono, per quanto pubblica, sussurra le stesse parole al cuore di chi riceve e di chi offre; l’allegria del regalo, assolutamente pubblica, appare spesso come un dialogo tra chi non si ascolta e non si parla, in realtà, non vedendo che il principio di sé che è poi anche la propria fine essendone anche il fine esclusivo.
Parlare di doni, allora, diviene importante. Parlare di doni e non di regali.
Parlare delle cose semplici che ciascuno può offrire a un altro senza calcoli di interesse, ma per la gioia di donare anche in un piccolo sorriso tra le lacrime, la verità di sé e il bene che c’è.