Sabbia aspra, silloge poetica di Francesco Randazzo, Porto Seguro Editore 2022, recensione di Daniela Domenici

Il regista teatrale, poeta e scrittore Francesco Randazzo è una piacevole “presenza” nel mio sito come dimostrano le mie recensioni alle sue opere
https://danielaedintorni.com/?s=francesco+randazzo
è tornato a trovarmi con la sua opera più recente “Sabbia aspra”, una superba silloge poetica che mi ha affascinato ed emozionato sia per l’ampiezza dei temi trattati che per la straordinaria e multiforme varietà di stili adottati che, ancora, per l’ironia che sottende molte delle liriche, per la spiritualità di cui sono intrise molte altre che, infine, per la sua profonda conoscenza della mitologia che ho già avuto modo di apprezzare nelle sue precedenti opere.
inizio dalla fine, cioè dalla lirica che dà il titolo alla silloge che colpisce sia per le tante sinestesie che per le allitterazioni in R e in S che danno una musicalità dura, aspra appunto, alla descrizione: complimenti!
Poco prima troviamo “Saliremo”, una commovente dichiarazione in cui riecheggia la celebre poesia di Montale “Ho sceso dandoti il braccio…”; e sempre in tema di amore splendida la lirica “E’ che l’amore” che vorrei citare per intero ma mi limiterò alle strofe finali
l’amore è giardinaggio, cura, esercizio di pazienza
star là, costanti, anche quando tutto pare seccarsi,
e ostinatamente credere e vedere il fiore nascosto.
Tutto nasce, tutto può morire, l’amore è risorgere
continuamente, continuamente, instancabilmente.
e anche “Come accade” dalla quale estrapolo alcuni versi
lascia che ti guardi mentre non lo sai
lascia che ti asciughi ogni perla sul viso
lascia che ogni tua risata mi ubriachi
lascia che mi allontani per ritornare
tra i tanti stili poetici adottati Randazzo ama usare l’anafora, cioè la ripetizione di una parola o di un verso, quasi una sorta di ritornello, ne scelgo una tra le tante “Che” la quale mi ha colpito perché è un melange di esortazioni, di ironia, di spiritualità, di ucronia; ne cito solo pochi versi per darvi un’idea
che il tempo si apra in mille raggi
che nessuno sia scacciato dalla speranza
che gli ignoranti tacciano umiliati
che i rabbiosi si corrodano all’interno
che i puri non siano considerati imbecilli
che la paura renda saggi e non spietati
che il valore sia racchiuso nelle azioni
che il silenzio sia amico del cuore
tra le liriche dedicate alla mitologia mi ha colpito “Achiropita” che sembra quasi un breve testo teatrale (chissà se Randazzo ne trarrà qualcosa…), che sfugge a ogni descrizione e che affascina.
…e allora in silenzio entriamo con il cuore e la mente aperti in questa splendida silloge per lasciarci ammaliare dalle liriche di Francesco Randazzo…